2/18

Il cioccolato di Modica

Il cacao ed il cioccolato
Storia e diffusione del cioccolato
Il cioccolato industriale
Il cioccolato nella cucina azteca
Il cioccolato di Modica
La tecnica di lavorazione
Le impanatiglie

Modica Patrimonio dell'Umanità
Origine del toponimo
La leggenda e la nascita di Monica
Dai Romani al Medioevo
La Contea di Modica
La famiglia dei Chiaramonte
Dal terremoto del 1693 ad oggi

Il Castello del Conte
Il Duomo e il Duomo
Palazzi e Cultura
Archeologia: le cave di Modica

Video su Modica
INDIETRO
 
     
     
         
     
MODICA

        ""di inarrivabile sapore, sicché
   a chi lo gusta sembra di essere
   arrivato all'Archetipo, all'assoluto,
   che il cioccolato altrove prodotto
   - sia pure il più celebrato - ne sia
    l'adulterazione, la corruzione
."
   (Leonardo Sciascia)

   

    Storia e diffusione
    del cioccolato

   
     
     

 

 

Ritratto di una donna che si appresta a bere della cioccolata (Jean-Étienne Liotard, 1744).

Foto da Wikimedia Commons

 
 






  Dopo la scoperta dell’America, nel suo quarto ed ultimo viaggio, Cristoforo Colombo, che aveva assaggiato la bevanda in Honduras, portò al ritorno in Spagna semi di cacao, che fece assaggiare ai Re Ferdinando ed Isabella di Spagna, senza molto successo. Era il 1502. Pochi anni dopo, nel 1528, anche Hernàn Cortéz, conquistato l’impero azteco di Montezuma, portò altri semi al Re spagnolo, stavolta Carlo V. Col tempo qualcosa si innescò, tanto che, nel 1585, una nave commerciale portò il primo carico di semi di cacao, da Veracruz a Siviglia. In quest’ultima era stato creato uncentro amministrativo di tutte le colonie d'oltre oceano. Attraverso il porto di Cadice, venivano controllati gli aspetti militari, religiosi e commerciali che riguardavano i nuovi territori americani.

La sua diffusione
Il primo cioccolato era utilizzato come bevanda. Gli ordini monastici spagnoli corressero la naturale amarezza dell’infuso, aggiungendovi lo zucchero e la vaniglia. Pare che il primo a farlo fu il vescovo Francisco Juan de Zumàrraga, nel 1590.
Se inizialmente il consumo riguardava la Spagna, la lavorazione del cioccolato in barrette, sempre di origine azteca, dette
xocoàtl, fu estesa ai domini e ai protettorati. Fu così che l’antica ricetta azteca fu importata in Sicilia, dove a Modica ancora oggi si tramanda. Successivamente l’uso si diffuse nell’Italia meridionale (sempre sotto il controllo spagnolo). Giunse anche alla corte di  Torino, quando, nel 1585, la principessa spagnola Caterina, figlia di Filippo II, sposò Carlo Emanuele I, duca di Savoia.

Nel Seicento vi fu una lenta ma progressiva diffusione nel resto d’Europa. Grazie al commerciante, Francesco d'Antonio Carletti, il cioccolato sbarca a Firenze, nel 1606, e si diffonde con grande entusiasmo nell’Italia settentrionale, dando origine ad una letteratura che ne disquisisce. Con il matrimonio tra Anna d'Austria, e Luigi XIII, nel 1615, giunse alla corte francese di Parigi. Si ha notizia del primo cioccolataio della città, David Chaillou (tra il 1659 e il 1688). L’Inghilterra non rimane estranea alla nuova moda e nei locali, nel 1650, veniva servito il cioccolato come anche il caffè. L’aristocrazia europea ne fece una propria moda. Gli olandesi, nel Seicento, sfruttandone il successo, da abili  commercianti, strapparono alla Spagna il controllo mondiale dei traffici di semi di cacao.

Il cioccolato ed il caffè diventano nel Settecento l’emblema di Venezia. Già nel 1760, le preziose bevande vengono servite nelle “botteghe del caffè” veneziane. Anche Torino diventa un punto rinomato della lavorazione di cioccolato, producendone ben 350 kg al giorno, che viene poi esportata in Austria, Svizzera, Germania e Francia. Aumentandone il consumo, aumenta, anche,  la domanda e quindi la sua produzione a monte. Paesi come il Brasile, il Venezuela, la Martinica e le Filippine incentivano enormemente la coltivazione della pianta del cacao.

 
 
SE VUOI ACQUISTARE
IL CIOCCOLATO DI MODICA
CLICCA QUI
 
 

HOME