Casa Natale di Quasimodo
Se vi recate a Modica non vi dimenticate di visitare la
Casa natale di Salvatore Quasimodo, in cui nacque il poeta il 20
agosto del 1901. Quasimodo è stato tra i maggiori esponenti italiani
per la cultura del XX secolo, così conosciuto e apprezzato nel mondo
da essere insignito nel 1959 del Premio Nobel per la Letteratura.
All’interno dell’abitazione sono visibili i mobili della casa
natale, cioè un letto in ferro battuto ed altri mobili dell’inizio
del secolo scorso, ma anche gli arredi che Quasimodo aveva nella sua
casa a Milano. Tra gli oggetti da lui posseduti, primeggia la sua
macchina da scrivere Olivetti, che è stata donata, nel 1996, dal
figlio Alessandro alla Casa - museo. Nella visita colpisce,
soprattutto, la voce del poeta, registrata il giorno del ritiro del
Premio Nobel a Stoccolma, incisa su un vecchio nastro di allora.
Tra i vari Parchi letterari siciliani, non poteva mancare quello
dedicato a Salvatore Quasimodo. Seguendo la gioventù del poeta, il
Parco opera, organizzando varie manifestazioni culturali, oltre che
a Modica (in agosto), anche a Roccalumera (ME), paese di origine
della famiglia, e a Messina, dove Quasimodo seguì gli studi
superiori. La gestione della Casa Museo è affidata a Etnos soc.
coop.
Il
Teatro Garibaldi
Il primo teatro di Modica fu realizzato fra il 1815 ed
il 1820, utilizzando un vecchio magazzino ed una casa nobiliare. Si
chiamava Real Teatro Ferdinandeo
in onore al Re borbonico.
Era costituito di una piccola platea e due file di 24 palchi.
Nel 1844 fu incaricato l'ingegner Salvatore Riga di progettare e
realizzare un ampiamento consistente del teatro. Fu raddoppiata la
platea, aggiunto un terzo livello di palchi ed un
loggione a coronamento. La
struttura era molto simile ai teatri siciliani allora contemporanei.
Fra il 1852 ed il 1857 furono realizzati i lavori di costruzione,
sotto la guida dell'architetto Salvatore Toscano. Venne inaugurato
nel 1857
con la rappresentazione della Traviata di Giuseppe Verdi. Con
l’Unità d’Italia, il Teatro prese il nome definitivo di Teatro
Garibaldi. Sulla facciata è posto un orologio, decorato dall'aquila,
simbolo della Contea di Modica. Chiuso per restauri recentemente,
è stato riaperto al pubblico nel 2004. Pur non raggiungendo
l’imponenza dei teatri ottocenteschi delle maggiori città d’Italia,
il teatro modicano al suo interno è un piccolo gioiello di eleganza.
Ancora recentemente sono stati eseguiti lavori o aggiunte per
migliorarne ulteriormente l’aspetto. Tra gli altri: la realizzazione
di una volta istoriata (1999) o l’aggiunta di un dipinto ad olio di
grandi dimensioni, dell’artista Piero Guccione. Si è voluto ampliare
la ricchezza ed il valore artistico dell’edificio con l’inserimento
di molte altre tele, opera
del Gruppo di Scicli, cioè dei pittori Franco Sarnari, Giuseppe
Colombo e Piero Roccasalva.
Palazzo Polara
Palazzo Polara (dell’omonima famiglia) è situato sul
lato sinistro del Duomo di San Giorgio. Opera realizzata dopo il
terremoto del 1693 in stile Barocco siciliano, come per il vicino
Duomo. Anch’esso risplende della monumentale scalinata che porta
all’ingresso della Cattedrale e come questa domina un paesaggio
stupefacente, che include la Modica bassa e le colline circostanti
il paese. Sul frontone del Palazzo è situato lo stemma della
famiglia: la stella polare.
Palazzo Grimaldi
Seguendo il corso principale nelle vicinanze del Duomo
di San Pietro, si incontra Palazzo Grimaldi, realizzato a cavallo
del XVIII-XIX secolo. Limitrofa all’edificio è
la Chiesetta di S.
Cristoforo, che fungeva da cappella privata della famiglia Grimaldi.
Le facciate, in stile neorinascimentale, presentano 14
bellissimi balconi. Inizialmente l’edificio era a due piani, ma un
terzo venne aggiunto nell’Ottocento. La sensibilità del progettista
ha fatto si che la sopraelevazione fosse in armonia con l’edificio
originario.
La costruzione è sede della Fondazione Giovan
Pietro Grimaldi, ed ospita una
Pinacoteca nei suoi saloni.
Vi si possono ammirare dipinti di artisti molto conosciuti
dell'area ragusana. La collezione parte dalla seconda metà del XIX
secolo per giungere sino ai nostri giorni.
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