Cava Ispica
La Cava Ispica è un grande sito archeologico lungo
tredici chilometri. In esso sono stati ritrovati resti
di epoche diverse, dalle tombe a grotticella del periodo siculo ai
ruderi della chiesetta bizantina di S. Pancrati. Grande circa
500 m2 le catacombe della Larderia
ospitano quella che è stata
definita una città nella roccia. Essa racchiude
non solo 464 tombe, in tre
gallerie sotterranee, ma anche numerose grotte che furono abitate da
uomini e quelle riservate agli animali domestici, altre ancora
adibite ai culti primitivi, che presentano altari ed “affreschi”, e
non per ultime quelle ad uso funerario.
La cava, che raggiunge anche cento metri di profondità e più
di 500 di larghezza, lungo la vallata ospita innumerevoli grotte,
naturali o scavate dall’uomo. Nella nuda roccia si presentano
gallerie che si intersecano o sono sovrapposte, con botole che le
mettono in comunicazione, altre difficilissime da raggiungere, se
non con corde. Insomma un vero paradiso per archeologi speleologi.
Scavato in una parete di roccia calcarea (che ripidamente scende
per trenta metri) è il notevole
Castello Sicano (alto
cinque piani), una fortezza ante litteram, utilizzata,
probabilmente, come abitazione del signore del tempo.
Cava Lazzaro
La valle di Cava Lazzaro precede geograficamente e
storicamente quella di Cava
Ispica. E’, infatti, del periodo del paleolitico siciliano. Presenta
sia caverne ad uso religioso, scavate nella roccia in una loro
architettura di pilastri e colonne, sia grotte a forno e ad
anticella. A Cava Lazzaro gli archeologi hanno riportato alla
luce una serie di manufatti molto interessanti di epoche presicule,
realizzati tra il XXII e il XV secolo a.C., oggi custoditi nel Museo
Civico di Modica. A dimostrazione dell’antichità degli
insediamenti nell’area si è trovato un teschio del tipo dell’uomo di
Neanderthal (è il giudizio del paleontologo Luigi Pigorini),
attualmente conservato nel Museo Etnografico L. Pigorini
(preistorico etnografico) di Roma.
Nell’area di Cava Lazzaro
operò anche il celebre archeologo Paolo Orsi, che vi rinvenne quella
oggi denominata Tomba Orsi.
Ha un prospetto ornato con finti pilastri su cui sono
incisi simboli geometrici.
Cava dei Servi
Nella Cava dei Servi (di Dio), su una collina detta
Cozzo Croce, sono state scoperte alcune necropoli dell'età del
bronzo, con tombe a grotticella e altre ad enchytrismòs. in
esse gli archeologi hanno ritrovato anfore con tracce delle ceneri
di mortali, usanza propria della preistoria siciliana. Sempre in
Cava dei Servi, si possono ammirare due dolmen (monumenti funerari)
fatti con lastroni di pietra infissi nel terreno in forma circolare.
Cava dei Servi è divenuta Parco forestale, godibile, quindi,
anche come area naturalistica. In essa scorre il torrente a regime
permanente Tellesimo, affluente del Tellaro nella zona di Noto. In
un tratto del suo corso il Tellesimo forma il Gorgo della campana,
un laghetto più o meno circolare, molto profondo. Le pareti della
valle in cui scorre il torrente sono a strapiombo e tutta l’area è
estremamente impervia e selvaggia, creando un panorama molto
affascinante e suggestivo.
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