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SAVOCA E LA MUMMIFICAZIONE IN SICILIA.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
Bullet7blu.gif (869 byte) La collina di Pentefur.
Bullet7blu.gif (869 byte) La preziosa arte dei Normanni.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il periodo d’oro di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) XVIII e XIX secolo. Inizia la decadenza.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i quartieri.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: le chiese.

Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i palazzi nobiliari.
Bullet7blu.gif (869 byte) Delle strane rovine a Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Feste giovani e feste antiche a Savoca.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione artificiale:
gli egizi.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione naturale.
 

Bullet7blu.gif (869 byte) Un prezioso ritardo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Alcuni esempi di cripte siciliane.
Bullet7blu.gif (869 byte) Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Convento dei Cappuccini di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) La chiesa e la cripta del Convento
Bullet7blu.gif (869 byte) Savoca restaurata.

Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video sulle mummie siciliane.
  
 

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SAVOCA
    
    Come per il Barocco siciliano,
     i “ritardi” hanno prodotto un
     fenomeno esclusivamente
     isolano: quello delle mummie
     nelle cripte domenicane.
   
     La mummificazione naturale.    
     
     

 
   

La mummia del Similaun (Ötzi),


 

 




 

Molte delle mummie ritrovate non sono state “volute”, ma casuali, in quanto la mummificazione naturale può essere ottenuta per il verificarsi di semplici condizioni ambientali. Esse sono, appunto, “naturali”, cioè, per determinate situazioni, quali:

per il clima caldo, secco e ventilato, che impediscono la putrefazione;
per inumazione in terreni asciutti e capaci di imbeversi in grande quantità di liquidi;
per essere provocata da certi tipi di muffe
, che essiccano il corpo;
in condizioni di freddo intenso che lo surgelano.

Mediamente, occorrono per la mummificazione naturale da sei mesi ad un anno, ma sono state accertate, anche, situazioni inferiori alle 2 o 3 settimane.
Riguardo la mummificazione naturale, nel caso della mummia del Similaun
(Ötzi), risalente al 3300 a.C., ritrovata sulle montagne di confine tra l’Austria e l’Italia nel 1991, il fattore mummificante è stato, chiaramente il freddo, mentre riguardo la mummia di Tollund di deve alla conservazione in ambiente acido. Nel periodo predi nastico abbiamo visto come le prime mummie egizie fossero d’origine naturale, a causa del forte caldo del deserto, causa identica alle mummie ritrovate in Nevada, nel 1940,  nella Grotta degli spiriti, databili intorno al 7400 a.C..

Considerate vittime umane di sacrifici rituali sono i corpi imbalsamati venute alla luce nell’Europa del nord (Inghilterra, Irlanda, Germania, Olanda e Danimarca). Causa dell’imbalsamazione naturale, l'acidità dell'ambiente, la bassa temperatura e la carenza di ossigeno. Sono in uno stato di conservazione così buono, che è stato possibile ritrovarne anche gli organi interni e da qui risalire all’ultimo pasto fatto prima del rituale.

Al Cinquecento si fanno risalire mummie rinvenute nelle Ande, in Perù, della cultura Incas, e mummie invece scoperte in Groenlandia, della cultura Inuit, in un posto detto Qilaktsoq. Il freddo e il clima povero di umidità, hanno permesso la conservazione dei corpi. Mentre, però, le mummie Incas (si tratta di bambini), sono il prodotto di sacrifici umani, quelle della Groenlandia sono l’effetto naturale dell’ambiente circostante. Sono state ritrovate, infatti, in una grotta, le mummie di due bambini, uno di circa sei mesi e l’altro di quattro anni, e di sei donne di età diversa, facenti parte di un insediamento abbandonato dagli Inuit
.

Di un periodo assai più recente,
dal XVI al XX secolo, sono le mummie siciliane, prodotte da una concezione particolare della morte. Ottenute per “scolatura” nelle cripte delle chiese, si tratta delle mummie di religiosi e di notabili della città. Queste mummie si trovano un po’ dappertutto in Sicilia, anche in paesi piccolissimi, e, soprattutto, nella cripta del Convento dei Cappuccini di Palermo, che ne conserva moltissime (alcuni dicono 8000).

 

 
 

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