Molte delle mummie ritrovate non sono state “volute”, ma casuali, in
quanto la mummificazione naturale può essere ottenuta per il
verificarsi di semplici condizioni ambientali. Esse sono, appunto,
“naturali”, cioè, per determinate situazioni, quali:
per il
clima
caldo, secco e ventilato, che impediscono la putrefazione;
per
inumazione in terreni asciutti e
capaci di imbeversi in grande quantità di liquidi; per essere
provocata da certi tipi di
muffe, che essiccano il corpo;
in condizioni di freddo
intenso che lo surgelano.
Mediamente, occorrono per la mummificazione naturale da sei mesi ad
un anno, ma sono state accertate, anche, situazioni inferiori alle
2 o 3 settimane. Riguardo la mummificazione
naturale, nel caso della
mummia del Similaun
(Ötzi), risalente al 3300 a.C.,
ritrovata sulle montagne di confine tra l’Austria e l’Italia nel
1991, il fattore mummificante è stato, chiaramente il freddo, mentre
riguardo la mummia di Tollund di deve alla
conservazione in ambiente acido. Nel periodo predi nastico abbiamo
visto come le prime mummie egizie fossero d’origine naturale, a
causa del forte caldo del deserto, causa identica alle mummie
ritrovate in Nevada,
nel 1940,
nella Grotta degli spiriti,
databili intorno al 7400 a.C..
Considerate vittime umane di sacrifici rituali sono i corpi
imbalsamati venute alla luce nell’Europa del nord (Inghilterra, Irlanda, Germania, Olanda e Danimarca).
Causa dell’imbalsamazione naturale,
l'acidità dell'ambiente, la bassa temperatura e la carenza di ossigeno. Sono
in uno stato di conservazione così buono, che è stato possibile
ritrovarne anche gli organi interni e da qui risalire all’ultimo
pasto fatto prima del rituale.
Al Cinquecento si fanno
risalire mummie rinvenute nelle Ande, in Perù, della cultura Incas,
e mummie invece scoperte in Groenlandia, della cultura
Inuit, in un
posto detto Qilaktsoq. Il freddo e il clima povero di umidità, hanno
permesso la conservazione dei corpi. Mentre, però, le mummie Incas
(si tratta di bambini), sono il prodotto di sacrifici umani, quelle
della Groenlandia sono l’effetto naturale dell’ambiente circostante.
Sono state ritrovate, infatti, in una grotta, le mummie di due
bambini, uno di circa sei mesi e l’altro di quattro anni, e di sei
donne di età diversa, facenti parte di un insediamento abbandonato
dagli Inuit.
Di un periodo assai più recente,
dal XVI
al XX secolo,
sono le mummie siciliane, prodotte da una concezione particolare
della morte. Ottenute per “scolatura” nelle cripte delle chiese, si
tratta delle mummie di religiosi e di notabili della città. Queste
mummie si trovano un po’ dappertutto in Sicilia, anche in paesi
piccolissimi, e, soprattutto, nella cripta del Convento dei
Cappuccini di Palermo, che ne conserva moltissime (alcuni dicono
8000).
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