Come spesso nei comuni siciliani, anche a Savoca sono presenti
palazzi signorili, appartenuti a famiglie emergenti del luogo. Oltre
a Palazzo Trimarchi, di cui parleremo, sono ragguardevoli (o lo
erano) diversi edifici:
Palazzo Salvadore,
posto tra Via San
Michele e Via Chiesa Madre, è stato costruito nel XVII
secolo. Conserva un pregevole ingresso ad arco in pietra arenaria.
Palazzo Crisafulli,
ubicato presso la Porta della Città, è stato da
poco ricostruito. Palazzo Scarcella, del XVII secolo.
Anche se parzialmente diroccato, presenta un balcone con tre mensole in
pietra artisticamente ragguardevoli. Palazzo Nicòtina, il
palazzo è posto di fronte alla chiesa di San Nicolò.
Tuttavia ne rimane davvero poco, essendo improvvisamente crollato
negli anni ’80. Palazzo Trischitta,
anche questo palazzo, che
doveva essere davvero imponente, cedette, lasciando poche traccie.
Nel 1997 fu del tutto eliminato per realizzare
l'attuale Museo Etno-antropologico.
Palazzo Trimarchi
L’antico palazzo storico della famiglia dei Trimarchi,
che prospetta su Piazza
Fossìa , venne eretto tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII
secolo. Palazzo importante nella Savoca storica, perché importante
lo era la famiglia che lo abitava, fu ristrutturato nel 1773 dalla
famiglia stessa. Subì, durante i Moti del 1820-1821,
l’assalto popolare, guidato da Carbonari del luogo. Possiede come
caratteristica un piccolo bar al piano terra (soprannominato "Bar
Vitelli"), che non mancò di attirare, nel 1970, il regista
Francis Ford Coppola, che al suo interno ambientò alcune scene del
suo "Il padrino".
La Casa della finestra a
bifora Costruita verso la fine del '400, in stile
“Greco”, fu restaurato, varie volte, verso la fine del Seicento,
acquistando un forte carattere gotico-spagnolo. Fu abitato dalle
facoltose famiglie dei Fleres e dei Trischitta.
All’inizio del XX secolo (tra il 1909 ed il 1927), fu sede degli
uffici municipali. Nel 1928, il palazzo fu inserito nella guida del
Touring Club Italiano e oggi, pur vincolato dalla
Soprintendenza ai beni artistici, è ancora abitato privatamente
dalla famiglia Cantatore.
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