5/20
SAVOCA E LA MUMMIFICAZIONE IN SICILIA.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
Bullet7blu.gif (869 byte) La collina di Pentefur.
Bullet7blu.gif (869 byte) La preziosa arte dei Normanni.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il periodo d’oro di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) XVIII e XIX secolo. Inizia la decadenza.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i quartieri.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: le chiese.

Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i palazzi nobiliari.
Bullet7blu.gif (869 byte) Delle strane rovine a Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Feste giovani e feste antiche a Savoca.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione artificiale:
gli egizi.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione naturale.
 

Bullet7blu.gif (869 byte) Un prezioso ritardo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Alcuni esempi di cripte siciliane.
Bullet7blu.gif (869 byte) Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Convento dei Cappuccini di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) La chiesa e la cripta del Convento
Bullet7blu.gif (869 byte) Savoca restaurata.

Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video sulle mummie siciliane.
  
 

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO


   
   
     
SAVOCA
    
    Come per il Barocco siciliano,
     i “ritardi” hanno prodotto un
     fenomeno esclusivamente
     isolano: quello delle mummie
     nelle cripte domenicane.
   
     XVIII e XIX secolo.
      Inizia la decadenza.
   
     
     

 
   

La Basilica di SS Pietro e Paolo di Agro
vicino a Casalvecchio Siculo

Clemensfranz  - 19 Maggio 2005
 



da Wikimedia Commons

 

Nel 1713, la Sicilia passò dalla Spagna ai Savoia, con il Trattato di Utrecht. A loro volta i Savoia ne passarono il governo all’Austria (1718), la quale dominò fino al 1735. I continui passaggi di potere, l’introduzione della famosa tassa sul macinato, misero in ginocchio la Sicilia, di conseguenza anche la Terra di Savoca, subì un lento declino: la popolazione si ridusse della metà, a causa delle partenze e dell’epidemia di peste del 1743.

Il Governo borbonico, dal 1812, sopprime il feudalesimo in Sicilia. Cambia l’organizzazione amministrativa del territorio con la creazione dei comuni, la nomina elettiva del Sindaco e della sua piccola giunta, ma eletta dal Decurionato, una specie di Consiglio comunale, formato da 10 componenti, provenienti dall’elite sociale del Comune. Il sindaco veniva scelto dall'Intendente provinciale, rappresentante del governo centrale borbonico, su una lista di tre nomi fornita dal Decurionato. L’ultimo Archimandrita di Savoca fu Emanuele II Di Gregorio.
Naturalmente, anche Savoca, nel XIX secolo, palpitò per le nuove idee e per l’unità d’Italia. Domenica 23 luglio 1820, vi fu una prima insurrezione di tipo carbonaro: contadini, operai e pescatori invasero il paese, devastandolo. Purtroppo, per la passione politica, vi fu un assalto al palazzo municipale e al Giudicato, fece seguito la presa del carcere e la liberazione dei detenuti; per ultimo, fu appiccato l’incendio all'antico archivio cittadino, e a molte abitazioni signorili del centro cittadino.
Il giorno di Natale del 1847, invece, apparvero sui muri di Savoca dei manifesti, con la scritta "Fratelli, l'ora è sonata! All'armi! All'armi!". Alcune settimane dopo, scoppiarono i disordini di Palermo (12 gennaio 1848), che diedero il via alla sequenza di sollevazioni che interessarono l’intera Europa. La rivolta che vi fu a Savoca, come le altre, non portò al raggiungimento degli obiettivi: vi furono molti arresti e incarcerazioni.

Il declino di Savoca
Nel 1795 il centro di Casalvecchio si proclamò comune autonomo, distaccandosi da Savoca . Nel 1846, ne seguì l’esempio anche il paese di Antillo.
Il 17 marzo 1851, il Decurionato savocese firma l’autonomia delle borgate della Marina. Nel 1854, le frazioni joniche di Furci, Bucalo, Porto Salvo e Barracca, divennero autonome e si unificarono, formando il paese di Santa Teresa di Riva. Con la costruzione, nel 1828, della statale 114 Orientale Sicula Messina-Siracusa e della Ferrovia Messina-Siracusa nel 1867, Savoca si ritrova tagliata fuori dalle principali strade di comunicazione. L'Arcipretura della Chiesa Madre, tra il 1796 ed il 1863, perde il controllo delle chiese circostanti, e, ciliegina, nel 1855, finisce d’essere capoluogo di circondario, perdendo le sedi della Pretura e del Carcere a favore di Santa Teresa di Riva, che diviene il nuovo capoluogo di Mandamento e di Circondario. Tutto questo ha un effetto distruttivo su Savoca: inizia lo spopolamento del paese a favore di quelli rivieraschi. Nel 1855, chiude l’ultima filanda, e con l’unità d’Italia cessa, anche,  l’attività del baco da seta. Nel 1884, divenuta minuscola e del tutto inutile, la Diocesi Archimandritale di Savoca fu soppressa,  risaliva al 1468.
Anche eventi naturali contribuiscono all’abbandono del paese. Dopo 17 giorni di pioggia incessante, nel gennaio del 1880, un’enorme frana fece sprofondare a valle gran parte del quartiere di Sant’Antonio, portandosi via nel disastro, non solo l'omonima chiesetta, ma anche la grande e monumentale chiesa di Santa Lucia con annesso convento dei Domenicani, edificato nel 1465. Se non vi furono vittime, la situazione convinse gli abitanti del quartiere ad emigrare altrove.
Anche Savoca fu interessata dal terremoto di Messina del 1908, aggiungendo altre rovine, morti e senza tetto, in una situazione già difficile.

 

 
 

HOME