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SAVOCA E LA MUMMIFICAZIONE IN SICILIA.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
Bullet7blu.gif (869 byte) La collina di Pentefur.
Bullet7blu.gif (869 byte) La preziosa arte dei Normanni.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il periodo d’oro di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) XVIII e XIX secolo. Inizia la decadenza.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i quartieri.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: le chiese.

Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i palazzi nobiliari.
Bullet7blu.gif (869 byte) Delle strane rovine a Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Feste giovani e feste antiche a Savoca.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione artificiale:
gli egizi.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione naturale.
 

Bullet7blu.gif (869 byte) Un prezioso ritardo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Alcuni esempi di cripte siciliane.
Bullet7blu.gif (869 byte) Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Convento dei Cappuccini di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) La chiesa e la cripta del Convento
Bullet7blu.gif (869 byte) Savoca restaurata.

Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video sulle mummie siciliane.
  
 

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SAVOCA
    
    Come per il Barocco siciliano,
     i “ritardi” hanno prodotto un
     fenomeno esclusivamente
     isolano: quello delle mummie
     nelle cripte domenicane.
   
     La preziosa arte dei
      Normanni.
   
     
     

 
   

L'antica Porta della città di Savoca

Pinodario - 15 Agosto 2009
 

 




da Wikimedia Commons

 

Basso medioevo
Il nome arabo Kalat Zabut (Rocca del sambuco), fu tradotto in latino dai normanni, nuovi conquistatori, e divenne Sàbuca (termine tardo-latino indicante sempre la pianta del sambuco).
Savoca viene citata, per la prima volta, da un documento fiscale denominato Collectoria, ritrovato nell'Archivio Vaticano, e risalente al XII secolo.

Ruggero II d'Altavilla il Normanno istituì, nel 1139, una Baronia, detta "Universitas Sabucae" o "Terra di Savoca", un’area enorme che comprendeva dal  Torrente Agrò ed il Torrente Pagliara fino al mare Jonio e la linea spartiacque della catena dei monti Peloritani. In pratica, al suo interno vi erano ben 48 feudi. Il governo di quest’area fu elargito all'Archimandrita del Santissimo Salvatore di Messina. Esso svolgeva il suo compito direttivo come un signore feudale, esercitando i poteri di mero e misto imperio, nominando persone di sua esclusiva fiducia alle cariche amministrative della città. Il primo Archimandrita fu il messinese Luca I, Abate Basiliano.
In periodo normanno viene individuata, dalla maggior parte degli storici, la costruzione della Chiesa di Santa Maria in Cielo Assunta. La chiesa, tuttavia, è stata in parte rimaneggiata nel XV secolo. Ad essa, nel XIII secolo, seguì la costruzione di altre due chiese: la Chiesa di San Michele e la Chiesa di San Nicolò.
Savoca prese parte alla Quinta Crociata e partecipò ai Vespri siciliani, con l’invio di venti arcieri a Pietro III d'Aragona. Con l’ascesa al trono di Re Federico IV di Sicilia, questi elevò il Castello di Pentefur a Castello Regio, ordinando all’Archimandrita e ai Sindaci e Giurati di Savoca di passare il controllo del castello e della città al nobile messinese Guglielmo Rosso Conte d'Aidone. Naturalmente la decisione non fu gradita all’Archimandrita e se ne sviluppò, con il rifiuto all’obbedienza, un forte contrasto con la monarchia. Solo trent’anni dopo la cosa fu appianata, quando Savoca tornò sotto il potere diretto degli Archimandriti.
La cinta muraria, eretta in periodo normanno, dotata di due porte d'accesso (di cui una è ancora esistente), tornò utile alla città di Savoca, quando, nel XIV e XV secolo, venne assediata dai corsari barbareschi. Proprio grazie alle fortificazioni il pericolo dell’espugnazione della città fu scongiurato. Non va dimenticato che il Castello di Pentefur e le mura facevano parte di un sistema difensivo più ampio, che comprendeva anche torri d’avvistamento sulla costa. Di queste oggi si possono ammirare la Torre Catalmo, la Torre dei Saraceni, la Torre del Baglio, la Torre Avarna, la Torre Varata e il Fortino di Ligoria.
Con il XV secolo Savoca conosce un periodo di grande fioritura. Ad opera dell'Archimandrita Leonzio II Crisafi, per primo, che inizia a sviluppare la cittadina con nuove costruzioni, e poi con l’arrivo da Messina di grandi casate nobiliari, che successivamente si trasformarono nell’elite di Savoca, come: i Bucalo, i Trimarchi, i Crisafulli e i Trischitta. Vennero ampliata la Chiesa dell’Assunta e il Castello. Inoltre, venne iniziata l’opera edificatrice di due quartieri al di fuori delle mura: i rioni di Borgo e Sant'Antonio, con eleganti palazzi di proprietà delle famiglie più ricche.

 

 
 

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