Nel passato la rilevanza di
Savoca era realmente tanta, che divenne sede
di importanti Ordini Monastici, quali i
Frati Minori Conventuali
Francescani, i Gesuiti, i Frati Predicatori o Domenicani e i Frati
Minori Cappuccini. Questa presenza degli Ordini religiosi era comune
a poche località, come Taormina, Messina, Milazzo e Randazzo,
e rappresentò per Savoca moltissimo, poiché essi operarono sul
territorio, costruendo e restaurando chiese, palazzi e conventi, la
gran parte presente nel centro abitato.
Il sacerdote
savocese don Giovanni Coglituri, Il 30 ottobre 1574, devolse
ai Cappuccini
la chiesa di Santa Maria di Loreto, posta in contrada Cucco-Santa domenica, posta
all’esterno dell’abitato. Accanto alla chiesa,
su iniziativa di Padre Girolamo da Montefiore e di
Padre Girolamo da Castello, i frati edificarono il
loro convento,
dedicato a Sant'Anna. Questo durò pochissimo, perché agli
inizi del XVII secolo, fu travolto da una frana di grandi
dimensioni, tanto da non poter
essere ricostruito, tenendo conto, anche, che l’intera area
era minacciata da frane, e fu, quindi, abbandonato. Su di un terreno
donato nel 1603 dal nobile don Antonio Crisafulli, si
stabilirono, nel 1614. I frati Cappuccini, costruirono l’attuale
convento in un arco di tempo che va dal
1603 al 1614,
su iniziativa del
Padre Generale p. Lorenzo da Brindisi e del Padre Provinciale
p. Girolamo da Polizzi. Come si può notare tutt’oggi,
l’edificio è di dimensioni
imponenti, e si staglia sull’abitato e le valli circostanti.
È formato da due elevazioni: al piano terra era situata la
biblioteca, il refettorio e la cucina, mentre al primo piano si
trovano le venti celle a disposizione dei frati. Limitrofo al
Convento c’era un grande orto coltivato dai frati, che, insieme alle
elemosine, rappresentava l’unico mezzo di sostentamento a loro
disposizione. Nonostante il voto di povertà, nella biblioteca vi era
un'immenso patrimonio letterario (poi andato perduto), tanto che i
Cappuccini, come anche i Domenicani, rappresentarono a lungo
l’intellighenzia savocese (tra il XVII ed il XIX secolo). Essi si
dedicavano, inoltre, all’insegnamento dei figli della nobiltà
locale, impartendo una formazione umanistica, scientifica e
giuridica. Tra i tanti religiosi che furono ospitati nel Convento di
Savoca, troviamo, anche, due frati Cappuccini, Padre Placido
Prestipino (1685-1754) e Frà Bernardo da Limina
(1693-1777), che andarono molto vicini ad essere innalzati a
Santità. Forse per questo, la salma di Frà Bernardo da Limina
è stata sistemata nella cripta del convento. Con il Regno
d'Italia le proprietà dei Cappuccini,
il convento e l'orto,
furono confiscate. Vennero, in seguito, ricomprate. L’ultimo frate
Cappuccino ad abitare il Convento di Savoca fu padre Anselmo da
Savoca, il cui nome era Salvatore Trischitta (1895-1978).
Dopo la sua morte, il Comune, nel 1990, espropriò gran parte
dell’orto, realizzandoci il Parco Comunale della cittadina.
|