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SAVOCA E LA MUMMIFICAZIONE IN SICILIA.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
Bullet7blu.gif (869 byte) La collina di Pentefur.
Bullet7blu.gif (869 byte) La preziosa arte dei Normanni.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il periodo d’oro di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) XVIII e XIX secolo. Inizia la decadenza.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i quartieri.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: le chiese.

Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i palazzi nobiliari.
Bullet7blu.gif (869 byte) Delle strane rovine a Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Feste giovani e feste antiche a Savoca.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione artificiale:
gli egizi.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione naturale.
 

Bullet7blu.gif (869 byte) Un prezioso ritardo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Alcuni esempi di cripte siciliane.
Bullet7blu.gif (869 byte) Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Convento dei Cappuccini di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) La chiesa e la cripta del Convento
Bullet7blu.gif (869 byte) Savoca restaurata.

Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video sulle mummie siciliane.
  
 

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SAVOCA
    
    Come per il Barocco siciliano,
     i “ritardi” hanno prodotto un
     fenomeno esclusivamente
     isolano: quello delle mummie
     nelle cripte domenicane.
   
     Il Convento dei Cappuccini
      di Savoca.
   
     
     

 
   

Veduta di Savoca


 

 





 

Nel passato la rilevanza di Savoca era realmente tanta, che divenne sede  di importanti Ordini Monastici, quali i Frati Minori Conventuali Francescani, i Gesuiti, i Frati Predicatori o Domenicani e i Frati Minori Cappuccini. Questa presenza degli Ordini religiosi era comune a poche località, come Taormina, Messina, Milazzo e Randazzo, e rappresentò per Savoca moltissimo, poiché essi operarono sul territorio, costruendo e restaurando chiese, palazzi e conventi, la gran parte presente nel centro abitato.

Il sacerdote savocese don Giovanni Coglituri, Il 30 ottobre 1574, devolse ai Cappuccini la chiesa di Santa Maria di Loreto, posta in contrada Cucco-Santa domenica, posta all’esterno dell’abitato. Accanto alla chiesa, su iniziativa di Padre Girolamo da Montefiore e di Padre Girolamo da Castello, i frati edificarono il loro convento, dedicato a Sant'Anna. Questo durò pochissimo, perché agli inizi del XVII secolo, fu travolto da una frana di grandi dimensioni, tanto da non poter  essere ricostruito, tenendo conto, anche, che l’intera area era minacciata da frane, e fu, quindi, abbandonato. Su di un terreno donato nel 1603 dal nobile don Antonio Crisafulli, si stabilirono, nel 1614. I frati Cappuccini, costruirono l’attuale convento in un arco di tempo che va dal  1603 al 1614, su iniziativa del Padre Generale p. Lorenzo da Brindisi e del Padre Provinciale p. Girolamo da Polizzi.
Come si può notare tutt’oggi, l’edificio è di dimensioni  imponenti, e si staglia sull’abitato e le valli circostanti. È formato da due elevazioni: al piano terra era situata la biblioteca, il refettorio e la cucina, mentre al primo piano si trovano le venti celle a disposizione dei frati. Limitrofo al Convento c’era un grande orto coltivato dai frati, che, insieme alle elemosine, rappresentava l’unico mezzo di sostentamento a loro disposizione. Nonostante il voto di povertà, nella biblioteca vi era un'immenso patrimonio letterario (poi andato perduto), tanto che i Cappuccini, come anche i Domenicani, rappresentarono a lungo l’intellighenzia savocese (tra il XVII ed il XIX secolo). Essi si dedicavano, inoltre, all’insegnamento dei figli della nobiltà locale, impartendo una formazione umanistica, scientifica e giuridica. Tra i tanti religiosi che furono ospitati nel Convento di Savoca, troviamo, anche, due frati Cappuccini, Padre Placido Prestipino (1685-1754) e Frà Bernardo da Limina (1693-1777), che andarono molto vicini ad essere innalzati a Santità. Forse per questo, la salma di Frà Bernardo da Limina è stata sistemata nella cripta del convento.
Con il
Regno d'Italia le proprietà dei Cappuccini, il convento e l'orto, furono confiscate. Vennero, in seguito, ricomprate. L’ultimo frate Cappuccino ad abitare il Convento di Savoca fu padre Anselmo da Savoca, il cui nome era Salvatore Trischitta (1895-1978). Dopo la sua morte, il Comune, nel 1990, espropriò gran parte dell’orto, realizzandoci il Parco Comunale della cittadina.

 

 
 

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