Per tutto il secolo XVIII in Sicilia, nella ricostruzione seguita al
terremoto del 1693, si utilizzò il Barocco siciliano, anche in zone
non interessate dal terremoto. Lo stile Barocco, in realtà, si
sviluppò in Europa nel secolo XVII, ma nel secolo successivo fu
totalmente dismesso. Così in Sicilia, in ritardo, si realizzò
qualcosa di demodé, ma così particolare da acquisire delle qualità
diciamo doc. Ugualmente per le mummie siciliane. Il fenomeno
della mummificazione fu in uso in Europa fino al XVIII secolo, poi
abbandonato. Le mummie siciliane furono realizzate dal XVIII al XX
secolo: ancora, quindi, in ritardo secondo le “mode” e le culture
occidentali. Ma non basta. L’uso in età arcaica era quello di
seppellire i propri morti all’interno di grosse aree totalmente
distaccate dai centri abitati, dette Necropoli. La sepoltura
all’interno delle chiese, invece, è un fenomeno tipicamente
medievale. Nato per ospitare, soprattutto, i Santi, si diffuse con
l’inumazione negli spazi sacri dei corpi delle principali autorità
del comune. I morti di basso rango trovavano sepoltura in posti
limitrofi alla chiesa, quindi considerabili ancora sacri, ma in
fosse comuni, senza alcuna denominazione. Con la nascita di nuove
classi sociali e di un pensiero del tutto nuovo, che realizzava
l’immortalità tramite il ricordo e il “rapporto” emotivo con il
proprio defunto dei vivi, nacquero le cosiddette “città dei Morti”,
cioè i cimiteri limitrofi al centro urbano. All’interno di esso si
creavano dei piccoli spazi privati ad uso del gruppo familiare. Ciò
avvenne all’incirca verso la metà del Settecento, con il nuovo
pensiero che portò alla Rivoluzione Francese. Quindi, anche in
questo caso, le mummie conservate in Sicilia all’interno delle
cripte sottostanti la chiesa, si registra come un fenomeno culturale
ancora in ritardo.
Ma, come per il Barocco siciliano, questi “ritardi” hanno
configurato un fenomeno esclusivamente isolano. L’usanza
della mummificazione era, in Sicilia, legata all’ordine dei
Francescani e dei Domenicani, che, evidentemente, ottennero un
permesso anche dalle nuove autorità costituitesi con l’unificazione
italiana. Nelle chiese dei loro Conventi era uso l’imbalsamazione:
Divenne tradizione nell’Ottocento per i notabili avere un posto in
queste cripte. Il fenomeno si deve, anche, al perdurare del pensiero
legato al mondo feudale con la sua struttura sociale piramidale.
Quasi in ogni chiesa domenicana nell’isola vi è una cripta con le
sue mummie.
Oltre a Palermo e a Savoca, vi sono mummie, ad esempio, a Gangi,
Comiso e Giarre, e nella sola provincia messinese, a Fiumedinisi,
Novara di Sicilia, S. Lucia del Mela, Piraino, Galati Mamertino e
Militello Rosmarino
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