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SAVOCA E LA MUMMIFICAZIONE IN SICILIA.
Bullet7blu.gif (869 byte) Introduzione
Bullet7blu.gif (869 byte) La collina di Pentefur.
Bullet7blu.gif (869 byte) La preziosa arte dei Normanni.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il periodo d’oro di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) XVIII e XIX secolo. Inizia la decadenza.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i quartieri.
Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: le chiese.

Bullet7blu.gif (869 byte) Centro storico: i palazzi nobiliari.
Bullet7blu.gif (869 byte) Delle strane rovine a Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Feste giovani e feste antiche a Savoca.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione artificiale:
gli egizi.

Bullet7blu.gif (869 byte) La mummificazione naturale.
 

Bullet7blu.gif (869 byte) Un prezioso ritardo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Alcuni esempi di cripte siciliane.
Bullet7blu.gif (869 byte) Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Convento dei Cappuccini di Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) La chiesa e la cripta del Convento
Bullet7blu.gif (869 byte) Savoca restaurata.

Bullet7blu.gif (869 byte) Video su Savoca.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video sulle mummie siciliane.
  
 

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SAVOCA
    
    Come per il Barocco siciliano,
     i “ritardi” hanno prodotto un
     fenomeno esclusivamente
     isolano: quello delle mummie
     nelle cripte domenicane.
   
     Un prezioso ritardo.    
     
     

 
   

Le catacombe di Santa Lucia a Siracusa, costruite attorno al 230 d.C.

Giovanni Dall'Orto - 21 maggio 2008
 

 




da Wikimedia Commons

 

Per tutto il secolo XVIII in Sicilia, nella ricostruzione seguita al terremoto del 1693, si utilizzò il Barocco siciliano, anche in zone non interessate dal terremoto. Lo stile Barocco, in realtà, si sviluppò in Europa nel secolo XVII, ma nel secolo successivo fu totalmente dismesso. Così in Sicilia, in ritardo, si realizzò qualcosa di demodé, ma così particolare da acquisire delle qualità diciamo doc.
Ugualmente per le mummie siciliane. Il fenomeno della mummificazione fu in uso in Europa fino al XVIII secolo, poi abbandonato. Le mummie siciliane furono realizzate dal XVIII al XX secolo: ancora, quindi, in ritardo secondo le “mode” e le culture occidentali. Ma non basta.
L’uso in età arcaica era quello di seppellire i propri morti all’interno di grosse aree totalmente distaccate dai centri abitati, dette Necropoli. La sepoltura all’interno delle chiese, invece, è un fenomeno tipicamente medievale. Nato per ospitare, soprattutto, i Santi, si diffuse con l’inumazione negli spazi sacri dei corpi delle principali autorità del comune. I morti di basso rango trovavano sepoltura in posti limitrofi alla chiesa, quindi considerabili ancora sacri, ma in fosse comuni, senza alcuna denominazione. Con la nascita di nuove classi sociali e di un pensiero del tutto nuovo, che realizzava l’immortalità tramite il ricordo e il “rapporto” emotivo con il proprio defunto dei vivi, nacquero le cosiddette “città dei Morti”, cioè i cimiteri limitrofi al centro urbano. All’interno di esso si creavano dei piccoli spazi privati ad uso del gruppo familiare. Ciò avvenne all’incirca verso la metà del Settecento, con il nuovo pensiero che portò alla Rivoluzione Francese. Quindi, anche in questo caso, le mummie conservate in Sicilia all’interno delle cripte sottostanti la chiesa, si registra come un fenomeno culturale ancora in ritardo. Ma, come per il Barocco siciliano, questi “ritardi” hanno configurato un fenomeno esclusivamente isolano.
L’usanza della mummificazione era, in Sicilia, legata all’ordine dei Francescani e dei Domenicani, che, evidentemente, ottennero un permesso anche dalle nuove autorità costituitesi con l’unificazione italiana. Nelle chiese dei loro Conventi era uso l’imbalsamazione: Divenne tradizione nell’Ottocento per i notabili avere un posto in queste cripte. Il fenomeno si deve, anche, al perdurare del pensiero legato al mondo feudale con la sua struttura sociale piramidale. Quasi in ogni chiesa domenicana nell’isola vi è una cripta con le sue mummie.

Oltre a Palermo e a Savoca, vi sono mummie, ad esempio, a Gangi, Comiso e Giarre, e nella sola provincia messinese, a Fiumedinisi, Novara di Sicilia, S. Lucia del Mela, Piraino, Galati Mamertino e Militello Rosmarino

 

 
 

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