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Dolmen e cùbburi nella Sicilia megalitica |
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L'età
paleolitica I graffiti di Lèvanzo e delle grotte dell’ Addàura del monte
Pellegrino di Palermo si riferiscono alla fauna del paleolitico
superiore (Bos primi genius, Cervus elaphus, Equus hydruntinus);
negli uni, c’è un cerbiatto che volge la testa, «prima felice
deviazione dallo schematico contorno del profilo»; negli altri
prevale la figura umana, e non isolata, ma in grandi composizioni,
che sembrano ispirate a riti religiosi primitivi. È qui che l’arte
trova le sue prime espressioni, nella storia della civiltà umana.
L'età neolitica Nel territorio di Centuripe (Enna), è stato rinvenuto un riparo
sotto roccia, con pitture in ocra rossa, tra cui una figura
umana alta una ventina di cm; con le braccia larghe e con
gonnellino, una rete (trappola), e figure simboliche. Questo sito è
stato chiamato «Riparo Cassataro» dal nome dello scopritore, la ceramica nacque insieme con l’uso di decorarla per
impressione, prima della cottura. All’inizio fu suggestivamente
decorata mediante semplici impressioni col polpastrello o con
l’unghia (ceramica ungulata), o col bordo di conchiglie (ad esempio
col cardium: ceramica cardiale), o mediante fori fatti con un
bastoncino. Successivamente vennero usati stampini in osso. I graffiti presenti sulle pareti della grotta Addaura, Monte
Pellegrino (Palermo), ascrivibili al paleolitico recente — ovvero a
circa 20.000 anni fa, — vengono considerati come una delle
manifestazioni più antiche della presenza dell’uomo in
Sicilia. Nell’età neolitica appare la ceramica con forme semplici,
ma già artisticamente decorata, come si è trovata nelle stazioni
neolitiche sicule di Matrensa (Siracusa) e di Stentinello
(Siracusa), di Serraferlicchio (Agrigento) e di monte Tabuto
(Ragusa). I commerci marittimi, incrementati dall’invenzione della
vela e del remo, permettono quell’unità mediterranea che nel
paleolitico era avvenuta prevalentemente attraverso la terraferma.
La cultura tipica siciliana di questo periodo è quella che prende
nome dal villaggio trincerato di Stentinello, che è contraddistinta
dalla ceramica decorata a impressioni ottenute sulla creta molle con
l’unghia, con punzoni o con l’orlo di conchiglie, con grande varietà
di tipi di tazze, scodelle, brocche e boccali. Il neolitico siculo
ebbe il suo più vivace sviluppo nelle isole Eolie, a causa
dell’attivo commercio dell’ossidiana, più tagliente della silice, e
quindi più ricercata per la fabbricazione di utensili prima della
scoperta dei metalli. Bellissime, di questo periodo, sono le anse a
rocchetto di taluni vasi eoliam, che coi loro complicati
avvolgimenti indicano a quale raffinatezza fosse giunta l’arte di
questi primitivi abitatori della Sicilia. antica età del bronzo, caratterizzata dal villaggio e
dalla necropoli di Castelluccio, presso Noto, dalle tombe rupestri
di Naro (Agrigento), di Partanna e del villaggio siculo di Capo
Graziano nell’isola di Filicudi (Eolie); media età del bronzo, caratterizzata . ~ necropoli
siracusane del Plemmirio, di Matrensa, di Cozzo pantàno e della
penisola di Tapso (oggi Magnisi, presso Augusta); Gli stretti legami della civiltà sicula col mondo egeo-cretese
sono testimoniati dai portali in pietra delle tombe di Castelluccio,
che recano il motivo miceneo della doppia spirale, e dalle
placchette in osso decorate da globuli a rilievo, identiche a quelle
trovate nelle tombe coeve di Malta, del Peloponneso e della Troade;
nonché da ceramiche, da spade e da fibbie di chiara influenza
egeo-cretese. Di influenza mediterraneo-occidentale è il bicchiere
campaniforme di tipo iberico, trovato tanto a Villafrati quanto a
Torrebigini |
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