LA
SICILIA MEGALITICA
All’epoca della civiltà
micenea anche in Sicilia fiorivano
importanti sviluppi autoctoni, come la
cultura Eoliana o quella di Castelluccio.
Oggi, i loro siti archeologici si possono
scoprire in loco, in spettacolari zone
naturalistiche, tra fiumi, gole profonde e
crinali incontaminati. La storia, a volte,
si fa cercare.
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Cava
Lazzaro
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Cava
Lazzaro, conosciuta anche come Grotta Lazzaro, fa parte della
cosiddetta Cava Grande
di Rosolini, famosa per le bellezze naturalistiche. E’ localizzata
tra i comuni di
Modica (RG) e Rosolini (SR). La Cava è
posta sempre
sui monti iblei, su un terrazzamento naturale.
Fu abitata ininterrottamente dall’età preistorica. Oltre alla famosa
tomba Orsi,
che fa parte di una più vasta necropoli,
essa presenta resti di diverse età, da quella del bronzo a resti
paleocristiani e bizantini (due oratori rupestri).
Proprio per la sua ricchezza archeologica la cava fu sempre
studiata. Ad esempio, verso la fine dell'Ottocento,
dal barone Ferdinand Von Andrian.
Tra i suoi
elementi notevoli, si deve citare la celebre “tomba del Principe".
Essa possiede un’imponente facciata, scavata nella roccia, con otto
finti semipilastri, e con incisioni varie: a "doppia lisca di
pesce", a "disco puntinato" e a "triangoli".
Gli innumerevoli reperti riportati alla luce sono andati ad
arricchire diverse collezioni pubbliche. Oggetti di Cava Lazzaro
sono visibili oggi nel Museo
Civico di Modica,
nel Museo archeologico ibleo di Ragusa, nel Museo
archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa,
fino al Museo Paleontologico ed Etnografico Pigorini di Roma.
A Cava Lazzaro sono
state scoperte due grosse rocce, in calcare
bianco-grigiastro proprio della zona,
poste ad angolo, che, presumibilmente, facevano parte di
una costruzione di forma semicircolare. Le pietre di
copertura erano disposte in maniera obliqua in modo da ridurne il
numero e creare una falsa cupola. Le due lastre calcaree, appena
sbozzate, poggiano posteriormente contro il declivio della collina,
per interrare la costruzione su quel lato.
. La stanza interna ha una superfice di circa 4 metri
quadrati. Intorno alla costruzione funeraria, vi sono dei frammenti
che formano un circolo di pietre. Questa caratteristica è comune a
molti dolmen sia atlantici che mediterranei. La somiglianza del
dolmen di Cava Lazzaro con quello di Cava dei Servi, fa supporre la
presenza sui monti Iblei di due diversi popoli: uno che realizzava
questi manufatti funebri, e uno che scavava le tombe direttamente
nella roccia.
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