3/15

Dolmen e cùbburi nella Sicilia megalitica

La Sicilia dall'età preistorica
La cultura megalitica
I dolmen
I dolmen della Sicilia
Monte Bubbonia
Cava dei Servi
Cava Lazzaro
La cultura di Castelluccio
L'area naturale di Cavagrande
La cultura protovillanoviana
Thapsos
La cultura di Thapsos e delle Eolie
Le tombe a tholos
I cùbburi ed i dammusi
Pantalica

Video sui dolmen siciliani
INDIETRO
 
     
     
         
     
LA SICILIA MEGALITICA

        All’epoca della civiltà micenea
   anche in Sicilia fiorivano importanti
   sviluppi autoctoni, come la cultura
   Eoliana o quella di Castelluccio.
   Oggi, i loro siti archeologici si possono
   scoprire in loco, in spettacolari zone
   naturalistiche, tra fiumi, gole profonde
   e crinali incontaminati. La storia,
   a volte, si fa cercare.

   

   I dolmen

     
     

 

 

Dolmen di Mura Pregne (PA)

Spiccolo -
Foto da Wikimedia Commons

 




 Unitamente al sito di Stonehenge in Gran Bretagna, i dolmen rappresentano i monumenti megalitici forse più conosciuti, che risalgono ad un’epoca preistorica, individuata tra il V millennio a.C. e la fine del III millennio a.C.. Sostanzialmente il dolmen è una tomba formata da grandissime pietre a camera singola. In Sicilia, come in Estremo Oriente, si trovano dolmen fino al I millennio a.C.
I dolmen si trovano soprattutto nel nord Europa (in Gran Bretagna, in Irlanda, in Svezia, in Francia e in Germania), ma sono presenti anche in Spagna, Portogallo e Italia. Da noi sono collocati, in perticolar modo in Sardegna, in Puglia e in Sicilia (ne sono stati rinvenuti anche in Piemonte, in Liguria).

La sua architettura
Strutturalmente, il dolmen ha una costituzione molto semplice. Esso è formato da piedritti verticali (due o di più) che portavano lastroni orizzontali (uno o vari). All’interno poteva esserci una singola camera o diverse nelle strutture più complesse.  Tutta la costruzione veniva interrata il più possibile. Essa, retta da un tumulo,  era, perciò, ricoperta e salvaguardata. A volte, venivano create gallerie di più tumuli, che formavano una, vera e propria, collina artificiale.
Molto spesso, con il passare dei millenni, i dolmen sono andati disgregandosi, soprattutto nei loro costituenti più friabili, come il terriccio o le piccole rocce, che facevano da riempimento. Così si sono presentati come semplici tavoli, il che ha fatto pensare a tavoli rituali, ad altari pagani. In realtà, come visto, erano camere sepolcrali, con una struttura molto più complessa.
Innanzitutto, il dolmen poteva essere dotato di un piccolo corridoio d’ingresso. A volte sono state ritrovate anche porte, sagomate in uno o più pezzi verticali. Talvolta la stanza funebre era fornita, anche, di un'anticamera. La stanza poteva avere qualsiasi forma. Ne sono state scoperte di quadrate, rettangolari, poligonali, ovali o circolari, e molte altre diversissime.
In realtà, una vera e propria tipologia del dolmen non esiste. Essa muta ed è molto legata al territorio dove sorge. In Francia, ad esempio, nella zona della Loira Atlantica, i dolmen ritrovati posseggono un corridoio centrale che distribuisce più stanze sepolcrali, sia a destra che a sinistra, attraverso vari transetti,

A differenza delle nostre sepolture, i dolmen possono essere considerati
sepolture collettive. I resti umani reperiti in essi, spesso, raggiungono un buon numero di individui (anche molte centinaia), e di varie epoche, caratteristica confermata dai corredi funebri, propri di età diverse. Così, in un unico dolmen sono stati raccolti ossa ed oggetti del Neolitico, Eneolitico, Età del Bronzo e  del Ferro, tutti insieme. Ciononostante, in sepolture che presentano meno “affollamento, si può anche pensare, che già allora possono essere esistiti dei dolmen “di Famiglia” (sul genere delle sepolture gentilizie), per il grande valore economico e sociale, che essi avevano fin da quel momento. Lo dimostrerebbero le dimensioni molto grandi del tumolo, che aveva la funzione di proteggere la camera mortuaria, ma anche, se vogliamo, di segnalarne la presenza (con le grandi dimensioni), ed il relativo prestigio che essa aveva.
Sempre rimanendo nel campo del sacro, il rinvenimento di oggetti, come
offerte, altari e gallerie, fanno pensare i dolmen come “spazio sacro” per la collettività. Quindi, non solo per la sepoltura e il riconoscimento di una dimensione ultraterrena, ma anche per le possibili pratiche religiose verso il divino tenute nel dolmen, caratterizzano le strutture come legate ad una cultura avanzata, seppur antica.

Come detto, i dolmen sono presenti in Italia nelle regioni sarda, pugliese e siciliana. Il maggior numero di essi è collocato in Sardegna. In genere, tutta la cultura più primitiva è rintracciabile in questa regione, anche perché, unitamente ai dolmen, qui si possono incontrare architetture nuragiche e altri significativi monumenti megalitici, come le "domus de janas".
In Puglia, quasi ogni provincia conta costruzioni megalitiche. Nel Salento e nel barese, nei comuni di Bisceglie e Giovinazzo, nel brindisino a Cisternino e nel tarantino a Statte.

 
 

HOME