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Dolmen e cùbburi nella Sicilia megalitica

La Sicilia dall'età preistorica
La cultura megalitica
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LA SICILIA MEGALITICA

        All’epoca della civiltà micenea
   anche in Sicilia fiorivano importanti
   sviluppi autoctoni, come la cultura
   Eoliana o quella di Castelluccio.
   Oggi, i loro siti archeologici si possono
   scoprire in loco, in spettacolari zone
   naturalistiche, tra fiumi, gole profonde
   e crinali incontaminati. La storia,
   a volte, si fa cercare.

   

   La Cultura protovillanoviana

     
     

 

 

Urna cineraria protovillanoviana del sec. XI a.C. da Poggio della Pozza (Allumiere (RM))

 

2 aprile 2010
Foto da Wikimedia Commons

 







 Nell'età del bronzo (nella sua parte finale), si forma la cosiddetta Cultura protovillanoviana (la definizione è di G. Patroni). Lo studioso, nel 1937, coniò il termine per indicare quelle affinità esistenti tra le culture italiche contemporanee, tra il 1175 ed il 960 a.C.. In questo periodo si realizzarono reciproche influenze tra la cultura appenninica del bronzo e le culture nord-orientali delle Alpi. Tali influssi portarono ad una cultura uniforme nella penisola (la protovillanoviana), dal nord fino alla Sicilia orientale (a Milazzo e, in particolare, nell'isola di Lipari), comuni sia nelle abitazioni che nelle tombe. Anche nel campo della ceramica e della metallurgia, le produzioni presentano affinità fortissime. I vasi hanno comuni solcature con motivi geometrici, mentre la forgiatura del bronzo laminato presenta decorazioni a sbalzo, denominate "a borchiette e puntini".

L’originario termine “villanoviano” (da cui protovillanoviano) nasce nel XIX secolo, quando il conte Giovanni Gozzadini (nel 1850) rinvenne nei pressi di Bologna (in un paesino che diede il nome) un vaso funerario dalla strana forma biconica chiuso con una specie di scodella.
Le pratiche funebri, in effetti, si uniformano perfettamente nella cremazione dei defunti. Le ceneri, successivamente, venivano contenute in un’urna cineraria ceramica biconica, lavorata un po’ rozzamente, decorata con motivi a rette, segmenti, depressioni e, in ogni caso, disegni geometrici, realizzati tramite solcature precedenti la cottura del vaso. Nel meridione, queste decorazioni venivano effettuate anche con la semplice pittura, similmente al contemporaneo protogeometrico greco. Nel caso di guerrieri, spesso la scodella superiore era sostituita dal suo elmo. A volte il vaso di argilla richiamava la forma di una capanna.
La cultura italica di questo periodo, per quanto riguarda le usanze funebri, presenta possibili collegamenti con le culture del nord Europa ed, in particolare, della valle del Danubio,

Nel protovillanoviano gli insediamenti non erano di grandi dimensioni (50-100 persone), che si formavano su alture più difendibili, ma spesso presentavano anche delle fortificazioni. I pochi centri di maggiori dimensioni (parliamo di 500-1000 individui) influenzavano la politica dei piccoli.


L'agricoltura, l'allevamento e la pastorizia caratterizzavano la popolazione  villanoviana, ma erano svolte pure attività connesse all’estrazione di minerali e alla successiva metallurgia. Gli scambi commerciali si intensificarono e svilupparono nello svolgersi del tempo. In ogni caso, l'Italia centrale godeva di una posizione invidiabile (qui si formò la civiltà etrusca), facendo parte di un "circuito commerciale", via mare e via terra, con le popolazioni dell'Egeo, della Francia del sud e con le isole della Sardegna e della Sicilia.
I sempre maggiori traffici commerciali con le civiltà orientali, quella greca e quella di tipo fenicio cartaginese, aumentarono gli interessi di queste verso la penisola italica. Nel Meridione, con l’arrivo dei greci e della loro cultura (dall’VIII secolo a.C.), e l’ulteriore sviluppo culturale, divise in due l’Italia.

 
 

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