8/15

Dolmen e cùbburi nella Sicilia megalitica

La Sicilia dall'età preistorica
La cultura megalitica
I dolmen
I dolmen della Sicilia
Monte Bubbonia
Cava dei Servi
Cava Lazzaro
La cultura di Castelluccio
L'area naturale di Cavagrande
La cultura protovillanoviana
Thapsos
La cultura di Thapsos e delle Eolie
Le tombe a tholos
I cùbburi ed i dammusi
Pantalica

Video sui dolmen siciliani
INDIETRO
 
     
     
         
     
LA SICILIA MEGALITICA

        All’epoca della civiltà micenea
   anche in Sicilia fiorivano importanti
   sviluppi autoctoni, come la cultura
   Eoliana o quella di Castelluccio.
   Oggi, i loro siti archeologici si possono
   scoprire in loco, in spettacolari zone
   naturalistiche, tra fiumi, gole profonde
   e crinali incontaminati. La storia,
   a volte, si fa cercare.

   

   La cultura di Castelluccio

     
     

 

 

Disegno che riproduce una porta di tomba della cultura di Castelluccio

Antonino Taverna -
Foto da Wikimedia Commons

 







 Cava Lazzaro fa parte della cosiddetta facies castellucciana, cioè della cultura di Castelluccio. Questa nacque alla scoperta dell’area archeologica detta “Castelluccio di Noto”, localizzata tra i comuni di Noto e Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Il sito archeologico venne individuato con precisione dall'archeologo Paolo Orsi, che lo collocò storicamente nel periodo della prima età del bronzo siciliana, tra il XIX ed il XV secolo a.C. Le ricerche successive hanno individuato il piano dell'abitato, una specie di acropoli fortificata e la necropoli.

La Cultura di Castelluccio è un aspetto archeologico formulato dallo stesso Paolo Orsi, con la scoperta del sito presso Noto, che individuò in quel momento storico delle caratteristiche culturali specifiche, dette castellucciane.
Non tutti gli studiosi, però, concordano su un lasso di tempo univoco. La cultura castellucciana per alcuni risalirebbe tra il 2200 a.C. e il 1800 a.C., per altri va posta tra il 1800 -1400 a.C., cioè, contemporanea dell'Elladico medio-recente.

Nel villaggio preistorico, formato da capanne circolari, furono rinvenuti resti di ceramiche decorate a due colori, con linee brune su fondo giallo-rossastro, e a tre colori, con l’aggiunta del bianco. Tra le armi, asce di basalto e di pietra verde, le più antiche, e di bronzo, le più evolute. Tra i reperti, anche ossa scolpite, forse piccoli idoli, simili alle coeve di Malta, e di Troia II e III.
Tra le pratiche funebri di Castelluccio, quella di seppellire i defunti in grotticelle tondeggianti scavate direttamente nella roccia. Le porte delle tombe venivano scolpite in rilievo con simboli a spirale o motivi dal carattere sessuale.
Della cultura castellucciana rimangono tracce su una vasta area della Sicilia. Abbiamo esempi di essa a Pachino, Niscemi, Monte Casale Cava d'Ispica, Cava Lazzaro, nei pressi di Noto, di Rosolini e anche nel comprensorio delle Coste di Santa Febronia a Palagonia.
Il ritrovamento di una tazza proveniente dall’area etnea, ha confermato le supposizioni sulle attività commerciali del popolo di Castelluccio, così come la scoperta di vere e proprie miniere, scavate con le mazze di basalto, per la produzione di manufatti realizzati con selci da rivendere alle popolazioni limitrofe.

Contemporanei alla cultura di Castelluccio sono i dolmen ritrovati in vari punti della Sicilia, ma, come detto, appartenenti ad un popolo con una cultura totalmente differente.

 
 

HOME