Cava
Lazzaro fa parte della cosiddetta facies castellucciana,
cioè della cultura
di Castelluccio. Questa nacque alla scoperta dell’area archeologica
detta “Castelluccio
di Noto”, localizzata
tra i comuni di Noto e Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa.
Il sito archeologico venne individuato con precisione
dall'archeologo
Paolo Orsi, che lo collocò storicamente nel periodo della
prima età del bronzo siciliana, tra il XIX ed il XV secolo a.C. Le
ricerche successive hanno individuato il piano dell'abitato, una
specie di acropoli
fortificata e la necropoli.
La
Cultura di Castelluccio
è un aspetto archeologico formulato dallo stesso Paolo Orsi, con la
scoperta del sito presso Noto, che individuò in quel momento storico
delle caratteristiche culturali specifiche, dette castellucciane.
Non tutti gli studiosi, però, concordano su un lasso di tempo
univoco. La cultura castellucciana per alcuni risalirebbe tra il
2200 a.C. e il
1800 a.C., per altri va posta tra il 1800 -1400
a.C., cioè, contemporanea dell'Elladico medio-recente.
Nel villaggio preistorico, formato da capanne circolari, furono
rinvenuti resti di ceramiche decorate a due colori, con linee brune
su fondo giallo-rossastro, e a tre colori, con l’aggiunta del
bianco. Tra le armi,
asce di basalto e di pietra verde, le più antiche, e di
bronzo, le più evolute. Tra i reperti, anche ossa scolpite, forse
piccoli idoli, simili alle coeve di
Malta, e di
Troia II e III. Tra le pratiche funebri di Castelluccio,
quella di seppellire i defunti in
grotticelle tondeggianti scavate direttamente nella roccia.
Le porte delle tombe venivano scolpite in rilievo con simboli a
spirale o motivi dal carattere sessuale.
Della cultura
castellucciana
rimangono tracce su una
vasta area della Sicilia. Abbiamo esempi di essa a
Pachino,
Niscemi,
Monte Casale
Cava d'Ispica,
Cava Lazzaro, nei pressi di
Noto, di
Rosolini e anche nel comprensorio delle Coste di
Santa Febronia a
Palagonia. Il ritrovamento di una tazza proveniente
dall’area etnea, ha confermato le supposizioni sulle attività
commerciali del popolo di Castelluccio, così come la scoperta di
vere e proprie miniere, scavate con le mazze di basalto, per la
produzione di manufatti realizzati con selci da rivendere alle
popolazioni limitrofe.
Contemporanei alla cultura di
Castelluccio sono i dolmen ritrovati in vari punti della Sicilia,
ma, come detto, appartenenti ad un popolo con una cultura totalmente
differente.
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