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Dolmen e cùbburi nella Sicilia megalitica |
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La "Cavagrande del Cassibile" è
un lungo e profondo canyon che il fiume omonimo ha scavato nel corso
dei secoli nell’altopiano Ibleo e costituisce un ambiente che offre
al visitatore scenari naturali tra i più suggestivi della Sicilia:
ne percorreremo un tratto in un viaggio virtuale attraverso un
itinerario che si sviluppa lungo un’area della cava che va dal
fondovalle, all’altezza delle opere di sbarramento dell’Enel, fino
ai "laghetti" ai piedi del Belvedere.
A chi volesse effettuare di
persona un trekking lungo questo percorso, consigliamo di
realizzarlo durante la bella stagione (in inverno alcuni tratti, per
via del fondo bagnato, potrebbero risultare pericolosi).
Percorribile in mezza giornata non richiede, dal punto di vista
escursionistico, particolari accorgimenti tecnici. Assolutamente
indispensabile una buona provvista d’acqua e integratori salini: le
temperature all’interno della cava, specie nei mesi più caldi,
raggiungono punte piuttosto elevate!
Si parte dalla contrada Turisco,
lungo la provinciale Avola – Manghisi, e si raggiunge il fondo valle
attraverso un sentiero in parte scavato nella roccia: la vegetazione
è lussureggiante: si possono osservare Platani, Salici, Oleandri,
Felci, Biancospino e altre varietà di piante tipiche di ambienti
fluviali.
Superato un cancello si continua
a costeggiare il fiume fino ad una biforcazione: seguendone il ramo
sinistro si arriva ad un piano roccioso ove si trovano particolari
vasche naturali di varie dimensioni, i cosiddetti "marmittoni" o
"marmitte dei giganti" così denominate per la loro
particolare forma a pentola. Conclusa la visita, magari dopo un
bagno rinfrescante, si ritorna sui propri passi fino al bivio
precedentemente imboccato e si inizia a risalire la parete della
cava fino a raggiungere la pista realizzata negli anni cinquanta,
quando venne realizzato l’acquedotto, che procede a mezza costa per
un buon tratto e consente all’escursionista che la percorre di
ammirare dall’alto il paesaggio del canyon, con il suo continuo
susseguirsi di tratti rocciosi ora levigati e aridi, ora modellati
dall’erosione del fiume in imponenti scalinate e suggestive cascate,
ora lussureggianti di fitta vegetazione.
Procedendo si giunge ad una
diramazione (a sinistra deve essere visibile l’alveo di un affluente
che si congiunge alla cava ): si procede seguendo il tracciato di
mezzo inerpicandosi tra le rocce verso la località denominata "Fosso
Calcagno". Il posto è ombreggiato e vi sgorga una sorgente d’acqua.
In questi pressi si può osservare una grotta artificiale dalla
tipica struttura di camera sepolcrale: siamo nella zona dei
cosiddetti "cunicoli", ovvero in prossimità della città rupestre
meridionale che si sviluppa a monte del sentiero (di difficile
accesso e nella quale è sconsigliabile avventurarsi da soli o senza
una guida).
Di fronte si può osservare la
volta naturale che ospita la città rupestre settentrionale (
di queste aree archeologiche parleremo in futuro ). Il sentiero ora
cammina lungo una ripida parete rocciosa a strapiombo sulla cava, un
vero e proprio balcone naturale dal quale si può ammirare un lungo
tratto del fiume, fino a congiungersi al sentiero proveniente dal
Belvedere.
Siamo quasi alla fine del
viaggio: a questo punto si scende fino al fondo valle da dove si
potrà optare tra la più difficoltosa risalita del fiume in direzione
dei tranquilli "vasconi" o la discesa verso la zona dei laghetti
(quella maggiormente violentata nel periodo estivo da
un’antropizzazione incontrollata e "balneare"). La lunga e faticosa
risalita verso il Belvedere concluderà l’Escursione. |
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