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Dolmen e cùbburi nella Sicilia megalitica

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LA SICILIA MEGALITICA

        All’epoca della civiltà micenea
   anche in Sicilia fiorivano importanti
   sviluppi autoctoni, come la cultura
   Eoliana o quella di Castelluccio.
   Oggi, i loro siti archeologici si possono
   scoprire in loco, in spettacolari zone
   naturalistiche, tra fiumi, gole profonde
   e crinali incontaminati. La storia,
   a volte, si fa cercare.

   

   I cùbburi ed i dammusi

     
     

 

 

Cubburo nel comune di Raccuja

Filippo Accordino -
Foto da Wikimedia Commons

 





 Nei territori a pascolo siciliani, soprattutto della zona dei Nebrodi, è facile incontrare piccole costruzioni fatte di pietre a secco. Sono i cosiddetti cubburi. Essi derivano dalle antiche tombe a tholos, tanto da essere nominati casotti o capanni a thòlos. Di derivazione araba sono, invece, i nomi di cubo o cuba. Il termine “Cubburo” risale al latino “cubescere”, cioè, dormire raccolti.

Se le prime costruzioni funebri, i dolmen, in età megalitica, erano sicuramente difficoltose nella posa delle grandi pietre, quelle di età successiva, i defunti posti sotto un normalissimo cumulo di pietre, non soddisfacevano appieno. Solo quando si introdusse la tipologia a tholos, questa si sidduse velocemente. Era facile trovare le pietre, molto più piccole delle precedenti, per poi metterle in opera secondo modalità semplici, ma architettoniche. Dalla tipologia a tholos al cuburro, un rifugio momentaneo per la notte, il passo fu breve. Poiché le varie costruzioni avevano un riferimento unico, i cubburi sono molto simili, non solo ai dammusi della Sicilia del sud-est, ma principalmente con le caciare marchigiane, i nuraghi sardi e i trulli pugliesi.

I cubburi venivano eretti con pianta circolare, su terreni leggermente in pendenza, senza usare malta. Anche queste costruzioni presentavano, per lo più, un tetto a cupola, dall’altezza non ben precisata, come per i tholos. L’ingresso, spesso molto basso, veniva chiuso da una porta dal sistema trilitico. Inizialmente erano di dimensioni ridotte, crebbe col passare del tempo, divenendo poi anche una costruzione a carattere abitativo.

I cubburi, poiché erano di facile costruzione resistentissimi, anche alle intemperie e ogni tipo di calamità,  furono costruiti nelle campagne siciliane agli inizi del XX secolo.
Essi sono usuali nel paesaggio dei Nebrodi, soprattutto nei comuni di Montalbano Elicona, San Piero Patti, Raccuja, Floresta, Roccella Valdemone e Tripi.

I dammusi
Il dammuso di Pantelleria è simile al cubburo, ma presenta caratteristiche proprie. Ad esempio, possiede una pianta quadrangolare e una copertura a cupola o, a volte, a botte. La murata a secco presenta un duplice paramento. I dammusi dell'isola di Pantelleria, oltre che come abitazione, vengono utilizzati, oggi, per la raccolta di acqua piovana, quindi non salata, con i quali l’isola si autoalimenta per bere.

I dammusi, invece, dei monti iblei sono una tipologia architettonica totalmente diversa da quella dei dammusi di Pantelleria. Essi costituiscono un abitazione realizzata partendo da una grotta naturale e poi ampliata nel tempo.
Questi monti possiedono, infatti, un carsismo tipico, che ha offerto con le sue grotte e cavità, rifugio a popolazioni primitive. Lo stesso popolo dei Siculi, ne sfruttò le possibilità, intorno all'VIII secolo a.C., sia per i riti funebri (inizialmente), sia successivamente come abitazione. Ancora, sotto il dominio srabo, le grotte vennero ampliate ulteriormente con murature a secco.

Nella
parte storica di Modica sono ancora visibili piccole abitazioni originate da grotte. Lo sfruttamento di grotte esistenti, come habitat di partenza, sugli Iblei, presenta cavità con archi a tutto sesto in pietra, o foderate e ampliate  per aumentarne la superfice di calpestio.
I dammusi si concentrano in particolar modo nei comuni di Palazzolo Acreide, Buscemi, Buccheri, Ferla e Cassaro.

 
 

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