HOME
SCHERMO 1024 X 768
 
  Ribera e Lentini
  e gli agrumi di Sicilia
   
 
HOME
PRIMO PIANO
TEMATICHE
HOTELS
COMUNI
CULTURA
BOOKSHOP
 
 
   
 
EX AQUA -
Il braccio di San Raineri
 

Costo Brossura:
Euro 16,00

 
 
 Agrumi di Sicilia

 
L'arancia arriva in Europa

L'arancia dolce e amara
Essenze d'arancia
L'arancia di Ribera
Ribera, un comune giovane
Dal riso alla arance
Monumenti a Ribera
Festività pasquali
Il limone di Siracusa
Il mandarino di Ciaculli
 
L'arancia rossa di Sicilia
Leontinoi
Decadenza e forza di Lentini
Le tasse degli Svevi e degli Angioini
Dai Vespri al governo aragonese
Tasse, terremoti e carestie
Cospirazione e gloria risorgimentale
Storia recente di Lentini
Chiese di Lentini
La festa di Sant'Alfio
Altre feste religiose
 
Video su Ribera
Video su Lentini
 
 


   
       
       
       
 
1/23
     
   
      AGRUMI DI SICILIA       

        Gli Arabi li coltivavano fin dal
    
IX secolo e, durante la loro
    dominazione, li importarono in
    Sicilia. Da allora arance e limoni
    sono i migliori ambasciatori 
    siciliani nel mondo.

   
     Introduzione.
      L’arancia arriva in Europa.
   
     
     

 
 
 

Citrus sinensis (L.)
Histoire et culture des orangers

A. Risso et A. Poiteau. --
Paris Henri Plon,
Editeur, 1872


 

 

 
da Wikimedia Commons
 

L’arancio (Citrus × sinensis) è un albero da frutto. Il suo frutto, che tutti conosciamo, è detto arancia dolce, per distinguerla da altre tipi. Esistono, infatti, altre specie diverse, come il sanguinello o l’arancia amara. Quest’ultima deriva da un antico ibrido, presumibilmente fra il pomelo ed il mandarino.

In arabo l’arancia viene  chiamata col termine burtuqāl i, mentre in persiano si utilizza nāranğ. In realtà, attualmente, con la prima parola si indica l’arancia dolce, mentre con la seconda l’arancia amara.
In greco l'arancia si chiama “portocâli”. Col nome portogallo, per tutto l’Ottocento, si indicava l’arancia Tale  denominazione, in versioni diverse, viene utilizzata in tutti i dialetti italiani, ad eccezione dell’area veneta dove il frutto viene chiamato "naransa", che, derivando dalla parola persiana, sta ad indicare gli intensi contatti della Serenissima col mondo arabo.

Nonostante sia il frutto invernale più diffuso, pochi sanno che l’arancia ha origini asiatiche. Era questa una pianta autoctona della Cina e del sud-est asiatico.
Diverse sono le ipotesi sulla sua introduzione in Europa. Già ai tempi dell’impero romano l’arancia era conosciuta. Si sa con certezza che gli arabi la introdussero il Sicilia al tempo della loro dominazione (veniva chiamata melarancia). Qui la sua coltivazione attecchì con successo, anche per il clima caldo dell’isola. La zona di Palermo prese il nome di Conca d'Oro, proprio acausa dell’intensa coltivazione di aranci. L’arancio sarebbe giunto, quindi,  via terra nell’area del Mediterraneo, attraverso la famosa via della seta e poi diffusa, soprattutto, dagli arabi-berberi.
Altre ipotesi la vedrebbero arrivare anche nel Portogallo, portata da marinai che l’avrebbero riscoperta, nel XIV secolo. Altre ipotesi la vogliono importata da San Domenico nel 1220 circa. Un albero d’arancio si trova nel chiostro del convento domenicano di Santa Sabina all'Aventino a Roma. Non si sa se il Santo fosse di ritorno da un viaggio in Terra Santa o dalla Sicilia.

La diffusione in Italia e nel mondo
Dopo la Sicilia, qualche tempo dopo, la vediamo coltivata nelle serre sul lago di Garda. Veniva diffusa nel Settentrione, tanto che la coltivazione nell’area ligure veniva utilizzata per la produzione di canditi. Dalle navi della Repubblica di Genova, infatti, veniva importato lo zucchero. Si sa che, soprattutto , le corti di Milano e Venezia venivano rifornite di grandi quantità di arance.
L’arancia (nel XVI-XVII secolo) attecchì anche nella zona pugliese del Gargano, che a causa del suo terreno carsico, acquisì caratteristiche particolari. L’arancia, qu’ coltivata, venne denominata  del Limone Femminiello del Gargano e dell'Arancia del Gargano.
Nel XIX secolo la coltivazione si propaga in tutta la Sicilia e Calabria, diffondendosi anche sulle coste, e coltivazioni limitate per quantità. La richiesta del frutto siciliano cresce esponenzialmente in tutta Europa (Londra), ma, soprattutto negli Stati Uniti (New York). La richiesta era tale, che se ne avviò la produzione in tutta l’area californiana. Nel secondo dopoguerra l’Italia diviene il massimo esportatore di agrumi, ma si cominciano a sentire i primi scricchiolii. Negli anni ottanta, infatti, non essendo i produttori italiani organizzati commercialmente, si inizia a soffrire la concorrenza di paesi quali la Spagna, neglio attrezzata su questo aspetto.
Si avviano, comunque grosse coltivazioni in Sicilia nelle zone di Lentini, le aree etnee, di Francofonte nel siracusano, e elle provincie di Ragusa ed Agrigento.

 
 
 
 

HOME

 
 
 
 
 
 
 




 
   
 
 

2011