L’altopiano dove oggi sorge Ribera, per le sue caratteristiche,
posizione, clima adatto e abbondanza d’acqua, grazie ai tre fiumi
(Verdura, Magazzolo e
Platani), non mancò mai d’essere abitato e coltivato. Gli abitanti di
Caltabellotta nel tardo medioevo, sicuri da attacchi di corsari
turchi, vi si recavano per coltivare le terre fertili. Ciononostante
non esisteva un vero e proprio abitato. Infatti, solo nel XVII
secolo si costituì il comune di Ribera. Il
25 febbraio 1636 l'atto del notaio Vincenzo Scoma (che si trova
nell'archivio di Stato di Sciacca, attesta la nascita del comune di
Ribera. L’atto fu realizzato dal Principe di Paternò Don Luigi
Moncada, posseditore di vaste aree e feudi in Sicilia. Cercando di
risolvere il problema dei suoi contadini che si spostavano da
Caltabellotta, diede origine al nucleo di Ribera, mantenendo i
lavoranti alle sue dipendenze. Per l’origine fu prescelta
sull’altopiano la zona della Piana di Stampaci (denominata Piano di
San Nicola), corrispondente all’attuale quartiere di Sant'Antonino.
Il punto prescelto godeva di un ampia visuale e sorgenti d’acqua. In
più, il tracciato era regolare, con strade ampie. Il paese prese il
nome di Ribera, probabilmente, in onore della moglie del principe,
che si chiamava Maria Afan de Ribera, figlia del Duca di Alcalà.
Tutto era favorevole per nuovi insediamenti. In appena un
decennio la popolazione raddoppiò, portandosi a 496 persone. Il
traguardo portò alla costruzione delle chiese: prima quella di San
Nicola (1655) e poi quella dedicata a Sant’Antonino. La lunga
casata dei Moncada, nella sua discendenza di grandi matrimoni e
nobiltà resse per secoli il comune di Ribera. Va citato Antonio
Alvarez de Toledo, Duca di Bivona, erede universale della famiglia,
che, a metà del XVIII secolo, ottenne l'indipendenza di Ribera da
Caltabellotta.
Fu definito il suo territorio, che comprendeva tutti i feudi
racchiusi tra i fiumi Verdura e Magazzolo e tra Calamonaci ed il
mare. |