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Durante il governo dell’imperatore
svevo Federico II, viene costruita la chiesa del Murgo, vicino
Agnone, che sarà affidata alla gestione di monaci cistercensi. Il
Pantano è dato in proprietà ai Templari, ed il fiume è denominato
San Leonardo, per la presenza di una piccola chiesa nelle vicinanze. La situazione, tuttavia, rimaneva instabile, tanto che, con la morte di Manfredi, avvenuta nel 1266, lo scontro si riaccese. Stavolta le due fazioni erano quelle che combattevano per il Papa alleato con gli Angioini e l’altra dalla parte del giovane imperatore Corradino di Svevia. A Lentini, come in molta parte della Sicilia, la popolazione si divise in due fazioni. All’iniziò sembrarono prevalere gli Angioini, con la vittoria nella battaglia di Tagliacozzo, per poi essere sconfitti da Corradino con la battaglia di Sciacca. Alla fine, però, con la presa di Centuripe, il conflitto arrise definitivamente agli Angioini. I soldati francesi occuparono militarmente l’isola, creando presidi in tutti i castelli siciliani. Naturalmente, anche in quello di Lentini (1278) strategicamente importanti, come quelli delle grandi città. Se i siciliani si erano dati da fare per allontanare gli svevi con le loro tasse, si ritrovarono con il dominio angioino allo stesso punto. I francesi imposero non soltanto un controllo militare serratissimo, ma, soprattutto, un regime fiscale simile a quello svevo. Il malessere che ormai durava da tempo, portò ad una nuova sommossa. Così, il 2 aprile 1282, scoppiano a Palermo i celebri Vespri siciliani. Anche Lentini insorge il 5 aprile, tanto più che il governatore Papirio Comitini aveva nei giorni precedenti emanato una nuova tassa aggiuntiva. La popolazione, capeggiata da Giovanni La Lumia, assaltò il castello impadronendosene. Furono uccisi il governatore e tutti i soldati francesi. Lentini si proclamò Comune libero. In questo periodo la città fu amministrata da Giovanni Foresta, nominato capitano del popolo. |
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