14/23

Ribera e Lentini e gli agrumi di Sicilia

 

 
L'arancia arriva in Europa

L'arancia dolce e amara
Essenze d'arancia
L'arancia di Ribera
Ribera, un comune giovane
Dal riso alla arance
Monumenti a Ribera
Festività pasquali
Il limone di Siracusa
Il mandarino di Ciaculli
 
L'arancia rossa di Sicilia
Leontinoi
Decadenza e forza di Lentini
 

 
Le tasse degli Svevi e degli Angioini
Dai Vespri al governo aragonese
Tasse, terremoti e carestie
Cospirazione e gloria risorgimentale
Storia recente di Lentini
Chiese di Lentini
La festa di Sant'Alfio
Altre feste religiose
 
Video su Ribera
Video su Lentini
 
Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO
 

 
         
     
AGRUMI DI SICILIA

      Gli Arabi li coltivavano fin dal
    
IX secolo e, durante la loro
    dominazione, li importarono in
    Sicilia. Da allora arance e limoni
    sono i migliori ambasciatori 
    siciliani nel mondo.

   

    Le tasse degli Svevi e
    degli Angioini

   
     
     

 

Castellaccio di Lentini

 

 
 



Durante il governo dell’imperatore svevo Federico II, viene costruita la chiesa del Murgo, vicino Agnone, che sarà affidata alla gestione di monaci cistercensi. Il Pantano è dato in proprietà ai Templari, ed il fiume è denominato San Leonardo, per la presenza di una piccola chiesa nelle vicinanze.
Nel 1223 Lentini fu sede del primo parlamento siciliano, ma la rivolta (iniziata a Messina), contro la politica fiscale sveva troppo dura, mise in forse le sue prerogative. I lentinesi si schierarono con la rivolta a favore del papa. Ma a vincere fu Federico II.  Tuttavia, nella successiva assemblea dei principali comuni del regno, tenutasi a Foggia, nel 1239-1240, insieme a comuni come Siracusa, Messina e Catania, partecipò anche una delegazione di Lentini.
Le conseguenze della rivolta non mancarono. Furono, infatti, costruiti due castelli a controllo dell’abitato. Il primo, sul colle Tirone, fu il castrum vetus (potenziando il vecchio castello), ed il secondo, nei pressi del San Mauro, il castellum novum. Ciononostante , perdurando la pesante politica fiscale sveva, diversi furono i contrasti con gli esattori del regno.

Intanto, alla corte di Federico II, svolgeva la sua attività un gruppo di poeti che realizzarono con i loro testi la famosa Scuola letteraria  siciliana. Tra essi vi era il lentinese
Jacopo, che svolgeva anche l’attività di notaio di corte. Ad egli si attribuisce l’invenzione del sonetto.

L’ostilità agli svevi portò, alla morte di Federico II (1250), ad una rivolta contro il loro dominio (1254). La Sicilia si schierò, nuovamente, con il Papa. A Lentini l’insurrezione fu guidata dall’aristocratico Ruggiero Fimetta. Al suo comando l’esercito lentinese fu sconfitto da quello imperiale a Favara, nel 1256,. Molti furono i morti tra i soldati e molti si diedero alla fuga. Ruggiero Fimetta, insieme al conte Alaimo, cercarono protezione nel castello di Lentini, per poi andare in esilio.
La situazione, tuttavia, rimaneva instabile, tanto che, con la morte di Manfredi, avvenuta nel 1266, lo scontro si riaccese. Stavolta le due fazioni erano quelle che combattevano per il Papa alleato con gli Angioini e l’altra dalla parte del giovane imperatore Corradino di Svevia. A Lentini, come in molta parte della Sicilia, la popolazione si divise in due fazioni. All’iniziò sembrarono prevalere gli Angioini, con la vittoria nella battaglia di Tagliacozzo, per poi essere sconfitti da Corradino con la battaglia di Sciacca. Alla fine, però, con la presa di Centuripe, il conflitto arrise definitivamente agli Angioini. I soldati francesi occuparono militarmente l’isola, creando presidi in tutti i castelli siciliani. Naturalmente, anche in quello di Lentini (1278) strategicamente importanti, come quelli delle grandi città.
Se i siciliani si erano dati da fare per allontanare gli svevi con le loro tasse, si ritrovarono con il dominio angioino allo stesso punto. I francesi imposero non soltanto un controllo militare serratissimo, ma, soprattutto, un regime fiscale simile a quello svevo. Il malessere che ormai durava da tempo, portò ad una nuova sommossa. Così, il 2 aprile 1282, scoppiano a Palermo i celebri Vespri siciliani.
Anche Lentini insorge il 5 aprile, tanto più che il governatore Papirio Comitini aveva nei giorni precedenti emanato una nuova tassa aggiuntiva. La popolazione, capeggiata da Giovanni La Lumia, assaltò il castello impadronendosene. Furono uccisi il governatore e tutti i soldati francesi. Lentini si proclamò Comune libero. In questo periodo la città fu amministrata da Giovanni Foresta, nominato capitano del popolo.
 
 

HOME