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Il Gattopardo e la nobiltà siciliana

Giuseppe Tomasi di Lampedusa
La famiglia dei Tomasi
Il romanzo Il Gattopardo
Il significato pessimista
E' un romanzo storico?
Il film di Luchino Visconti
Il cast e la scenografia
Definizione e storia della nobiltà
La nobiltà nell'Età contemporanea
Titoli e quarti di nobiltà
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     IL GATTOPARDO

        "...nessuna forza positiva della
   storia...si profila come alternativa
   all'epos della decadenza cantato
   con struggente nostalgia"

   (Luciano De Giusti, La transizione
   di Visconti)

   

    La faniglia dei Lanza

   
     
     

 

 

Stemma della famiglia Lanza, ramo di Trabia

Foto da Wikimedia Commons

 
 






 

  I Lanza (detta, a volte, Lancia) ebbero, probabilmente, un’origine Aleramica.
Molti autori del passato, infatti, come Filadelfo Mugnos  e Rocco Pirri, fanno risalire la casata dei Lanza in Germania. Tra i capostipite vi sarebbe Roberto il Guiscardo. il Dizionario Biografico degli Italiani, individua, invece, il capostipite in Manfredi I Lanza, appellato così per essere capitano della grande lancia, cioè dei lancieri (secondo Iacopo d'Acqui e Antonio Astesano). Secondo altri genealogisti, il Manfredi sarebbe stato figlio di Guglielmo del Vasto, primo marchese di Busca, il quale a sua volta discendeva da Aleramo del Monferrato. Il Villabianca ed il Pirri, confermano, invece, l’origine tedesca della famiglia, facendo risalire i Lanza da un Ernesto di Wittlesbach, duca di Baviera, padre di Corrado Lanza.
Il figlio di Corrado I d'Agliano e fratello di Manfredi, il nobiluomo Bonifacio conte d'Agliano ebbe quattro figli dal matrimonio con Costanza Maletta. Tra questi, Bianca che sposò l’imperatore Federico II, e Galeotto. Da quest’ultimo nacquero Corrado che divenne, nel 1297, Cancelliere del Regno di Sicilia e capostipite dei baroni di Ficarra e quelli di Trabia. Manfredi Lanza, nel 1256, fu regio castellano e straticoto di Messina. Federico Lanza fu Viceré del Regno di Sicilia nel 1258, al tempo del regno di Manfredi di Sicilia.
Tra i discendenti vi è Blasco, insigne giurista e giudice della Gran Corte del Regno nel 1507. Ebbe altre cariche, tra queste:  deputato del Regno (nel 1508) e vicario generale in Sicilia (nel 1514). Blasco entrò in possesso del feudo di Trabia. Nel 1509 questo territorio divenne feudo nobile. Ma il primo barone di Trabia fu il figlio Cesare Lanza, che fu anche barone di Castanea (titolo da parte di madre) e primo conte di Mussomeli.
Successivamente la baronia di Trabia divenne Principato e Ottavio Lanza, nel 1601, ne fu il primo principe.
Dopo il terremoto del 1693, che distrusse Catania e la Val di Noto, si mise in luce proprio
Giuseppe Lanza, duca di Camastra, che spinse per la ricostruzione della vasta area.
Procedendo storicamente, troviamo Ignazio Lanza, che acquisì l’incarico di consigliere aulico di stato (durante il regno dell'imperatore Carlo VI) unendovi la carica di capitano giustiziere di Palermo (nel 1717) e quella di pretore (nel 1737).
Dopo diversi anni, il matrimonio tra Giuseppe Lanza di Trabia e Stefania Branciforte dei principi di Leonforte e principessa di Butera, permise l’unificazione di tutti i titoli e beni di cui si fregiavano i due casati.
I Lanza partecipano attivamente all’epopea garibaldina, ma su entrambi i fronti. Troviamo, infatti, Francesco Girolamo Lanza di Scalea con la camicia rossa, al comando di Garibaldi, e sull’opposta barricata Ferdinando Lanza, Tenente Generale dell'esercito borbonico. Francesco Girolamo divenne in seguito senatore del Regno d’Italia.
Tra i successori della famiglia Lanza, troviamo una lunga scia di importanti personalità che hanno fatto parte del mondo politico, militare e culturale.

 
 

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