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Il Gattopardo e la nobiltà siciliana

Giuseppe Tomasi di Lampedusa
La famiglia dei Tomasi
Il romanzo Il Gattopardo
Il significato pessimista
E' un romanzo storico?
Il film di Luchino Visconti
Il cast e la scenografia
Definizione e storia della nobiltà
La nobiltà nell'Età contemporanea
Titoli e quarti di nobiltà
FAMIGLIE NOBILIARI SICILIANE
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Gli Alliata

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     IL GATTOPARDO

        "...nessuna forza positiva della
   storia...si profila come alternativa
   all'epos della decadenza cantato
   con struggente nostalgia"

   (Luciano De Giusti, La transizione
   di Visconti)

   

    La faniglia degli Alliata

   
     
     

 

 

Interno di Palazzo Alliata di Villafranca a Palermo


 
 




 

   Gli Alliata (detti anche Agliata) durante il periodo della repubblica pisana ebbero numerosi incarichi e privilegi. Successivamente la famiglia si scisse in diversi rami, sia in Toscana che in Sicilia. I rami toscani si estinsero nella prima metà del Novecento e i relativi titoli passarono ai Della Gherardesca (con il matrimonio tra Olimpia Alliata ed il conte Gherardo della Gherardesca), e ai duchi Percy di Northumberland (con il matrimonio tra Beatrice, la sorella, e il duca Percy).  Il ramo siciliano dei principi di Villafranca esiste tuttora.
Anche gli Alliata hanno la loro leggenda sulle origini della famiglia. La tradizione vuole che la famiglia discenda da un comes Alicatus residente a Mediolanum, che sarebbe citato in un decreto di Costantino I del 325 d. C. Vi fu un Dacio Agliati, arcivescovo di Milano nel 530, che fu santificato, nel 552, da papa Vigilio post mortem. In periodo medievale si trova anche il beato Signoretto Alliata, martire. Nello stesso periodo, abbiamo i fratelli Gaspare, Melchiorre e Baldasserre Alliata, che raccolsero meriti per la loro partecipazione alle crociate.
Probabilmente si può considerare capostipite della famiglia Alliata il capitano Leone Alliata, che difese Costantinopoli dall’assalto dei barbari, nel 1274. Egli diede origine a due famiglie, una milanese e una pisana. Estintasi molto presto quella milanese, rimase quella toscana, che successivamente diede origine al ramo siciliano.

Sul ramo pisano gli studiosi propongono diverse ipotesi: che gli Alliata, nel XII secolo, residenti a Pisa, dove costruirono l’omonimo palazzo, sito sul lungarno Gambacorti, provenissero dal borgo di Agliati (da cui il nome), oppure, secondo altri studiosi, fossero mercanti greci, che si stabilirono a Pisa (nell'XI e XII secolo), allora crocevia commerciale nel Mediterraneo.
Secondo i documenti, il capostipite accertato fu Betto di Alliata, mercante, con vari traffici, in particolar modo con la Sardegna, allora pisana. Abitavano nel quartiere di Forisporta, nelle vicinanze della chiesa di Sant'Andrea. Qui acquistarono una "torre vergata", che divenne sede e simbolo della famiglia a Pisa. Fecero parte del Consiglio degli Anziani (nella fazione dei "Bianchi").

Il ramo siciliano
Mentre Pisa viveva il suo tramonto storico, nel XIV secolo, Fillippo Alliata scese in Sicilia. Dividendosi con i suoi affari a Pisa, si affermò, ben presto a Palermo, come banchiere e mercante. Verso la metà del XV secolo, gli Alliata realizzarono una cappella all’interno della chiesa di San Francesco d'Assisi di Palermo. Acquisirono, nello stesso secolo, il feudo baronale di Villafranca, attraverso un buon rapporto con la monarchia spagnola. Tale vicinanza fu confermata nel 1609 dal re Filippo III, che trasformò il titolo di barone in quello di principe di Villafranca.  Il primo principe fu Francesco Alliata, figlio di Giuseppe che aveva contratto matrimonio con Fiammetta Paruta, baronessa di Salaparuta. Gli Alliata non solo ottennero il titolo di principe del Sacro Romano Impero, ma fecero parte anche dei grandi di Spagna e dei pari del regno. Nel XVII secolo, divennero corrieri maggiori ereditari del Regno, occupandosi del servizio postale. Tale carica fu mantenuta dagli Alliata fino al 1838. L’aumento progressivo dell’importanza della famiglia in Sicilia, portò gli Alliata a costruirsi a Palermo la loro nuova residenza: il palazzo Alliata di Villafranca.

Giuseppe Alliata di Villafranca, duca di Salaparuta, sposò Agata Valguarnera, principessa di Valguarnera. Giuseppe Alliata, poi, creò le cantine di Casteldaccia, nel 1824, che divenne l'azienda vinicola, oggi conosciuta come Corvo Vini. L’azienda iniziò ad esportare fuori dalla Sicilia in tutta Europa e America. Fu una delle prime aziende vinicole siciliane, già famosa a metà del XIX secolo, con il nome "Duca di Salaparuta”.
Edoardo Alliata di Villafranca partecipò ai moti rivoluzionari del 1848, capitanati da Ruggero Settimo e Rosolino Pilo, e, per questo, perse i privilegi nobiliari. Sposò Felicita Lo Faso dei marchesi di San Gabriele.

Gli Alliata partecipano alla trasformazione della nostra società. Francesco Alliata di Villafranca ha, infatti, fondato la “Panaria film”, che ha prodotto, tra gli altri, film come: Vulcano, con Anna Magnani, e Carrosse d'or di Jean Renoir. La figlia Vittoria ha tradotto Tolkien e scritto diversi libri. Topazia Alliata di Salaparuta, pittrice, madre di Dacia Maraini, ha preso il posto del padre Enrico nella conduzione dell’azienda vinicola di famiglia “Vini Corvo” (fino al 1959, anno della vendita).
In Sicilia gli Alliata ricoprirono parecchi titoli e feudi, quali: sette principati, due ducati, un marchesato e diverse baronie.

 
 

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