La figura del
protagonista-autore, proprio perché tal, dà al libro sia un
significato storico che attuale. Al centro del contenuto, infatti, è
lo spirito della sicilianità. Nel passo in cui egli narra del
colloquio tra il Principe Don Fabrizio Salina e Chevalley di
Monterzuolo, inviato dal governo piemontese, viene espresso tale
spirito. Il Principe sostiene che, in tutte le dominazioni
susseguitesi in Sicilia, la sicilianità si è sempre adattata al
cambiamento, ma non è mai mutata. Questo spirito tra cinica realtà e
rassegnazione è lo spirito con cui lo stesso principe accoglie il
nuovo mutamento prodotto dal Regno d'Italia, visto come l’ennesimo
cambiamento, che, però, non rinnoverà nulla. Nell’orgoglio delle
proprie radici, vi sarebbe anche l’incapacità di cambiare sé stessi.
Secondo Tomasi di Lampedusa, le continue conquiste ed invasioni
avrebbero snervato il carattere popolare dei siciliani, rendendolo
spesso apatico ed inerte, eccessivamente fatalista. Garibaldi,
quindi, non sarebbe altro che l’ennesimo dominatore: “da
quando il vostro Garibaldi ha posto piede a Marsala, troppe cose
sono state fatte senza consultarci perché adesso si possa chiedere a
un membro della vecchia classe dirigente di svilupparle e portarle a
compimento [...] ho i miei forti dubbi che il nuovo regno abbia
molti regali per noi nel bagaglio”
(estratto dal romanzo).
Come Verga, anche Tomasi di Lampedusa ha una visione pessimista
della storia. Il fallimento risorgimentale supera la differenza tra
le speranze e l’evoluzione storica. Questo fallimento è visto,
universalmente, come proprio delle vicende umane, destinate comunque
all’insuccesso. Egli denuncia, cioè,
non solo la sterilità della storia, ma, soprattutto,
dell'agire umano. Da fallimento a fallimento, la realtà storica
registrerebbe in Sicilia (e non solo) un’evoluzione, ma una
distaccata indifferenza.
Al fallimento è correlato un altro
tema del romanzo: quello della decadenza, del fluire del tempo e,
quindi, della morte, argomento tratto dalle sue letture di Marcel
Proust e Thomas Mann.
Nel libro non vi è solo la morte di una classe sociale, ma anche
della morte Principe di Salina, il lento oblio sulle figlie e sugli
averi. Si percepisce nelle pagine de Il Gattopardo l’influsso del
Decadentismo, il tempo, la malinconia e la contemplazione della
morte. Il taciturno e solitario Tomasi di Lampedusa si rivela in
questo ripiegamento interiore, e in un ripensamento storico legato
al periodo di fine anni Cinquanta, in cui egli visse.
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