6/20

Il Gattopardo e la nobiltà siciliana

Giuseppe Tomasi di Lampedusa
La famiglia dei Tomasi
Il romanzo Il Gattopardo
Il significato pessimista
E' un romanzo storico?
Il film di Luchino Visconti
Il cast e la scenografia
Definizione e storia della nobiltà
La nobiltà nell'Età contemporanea
Titoli e quarti di nobiltà
FAMIGLIE NOBILIARI SICILIANE
I Chiaramonte
I Polizzi
Gli Alagòna
I Moncada
I Valguarnera-Gangi
I Branciforte
I Lanza
I Grifeo
Gli Alliata

Video su Il Gattopardo
INDIETRO
 
     
     
         
     IL GATTOPARDO

        "...nessuna forza positiva della
   storia...si profila come alternativa
   all'epos della decadenza cantato
   con struggente nostalgia"

   (Luciano De Giusti, La transizione
   di Visconti)

   

    Il film di Luchino Visconti

   
     
     

 

 

Luchino Visconti: «Il Gattopardo», B.Lancaster e C.Cardinale

DexMorgan - 7 ottobre 2010

Foto da Wikimedia Commons
 





 

   Chiaramente tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il film realizzato da Luchino Visconti, nel 1963, deve essere trattato a parte, per l’enorme successo ottenuto, che ha accomunato romanzo e film, in un connubio da grande evento storico-culturale. Il film vinse anche la Palma d’Oro al sedicesimo Festival di Cannes.

L’uscita nelle librerie del romanzo Il Gattopardo aveva aperto una intensa polemica nella sinistra italiana. Mentre alcuni ritenevano che Tomasi di Lampedusa  aveva denigrato il Risorgimento, altri affermarono che l’autore aveva, invece, colto l’Italia nel momento di passaggio, in quella che si definiva la " rivoluzione senza rivoluzione ".
Luchino Visconti, che non era nuovo alla tematica risorgimentale (aveva realizzato il film Senso, nel 1954), colpito dal romanzo, nonostante le polemiche, accettò di farne una trasposizione cinematografica per la Titanus, che aveva i diritti de Il Gattopardo.
Il film rappresentò un importante momento del percorso artistico del regista. Comunista fino allora impegnato nel dibattito politico, Visconti trovò con il film un momento di riflessione e ripiegamento interiore, iniziando una personale esplorazione del mondo perduto, che caratterizzerà, nei film storici, la sua carriera artistica. Successivamente Visconti affermerà d’essere alla ricerca di una sintesi artistica tra il Mastro Don Gesualdo di Giovanni Verga e la Recherche di Marcel Proust.

Il personaggio principale
del film, il Gattopardo, è il Principe Fabrizio Salina, ruolo ricoperto egregiamente da Burt Lancaster, colto nel momento storico di passaggio tra Regno borbonico e Unificazione italiana. E’ un nuovo mondo che si annuncia con  l’avventura garibaldina. Il film ruota intorno al Principe, dove la realtà in evoluzione viene vista tutta dal suo punto di vista: “come in un inedito allineamento planetario, i tre sguardi sul mondo in trapasso: del personaggio, dell'opera letteraria, del testo filmico che la visualizza” (Luciano De Giusti, La transizione di Visconti).

E con lo sguardo del Principe, che coincide con quello del regista, che si coglie tutta la nostalgia di un momento di crisi e di decadenza di un passaggio storico ormai conclusosi.
La trasposizione del libro, infatti, non fu piatta. Visconti assegna alla scena del ballo una parte importante rispetto al romanzo. Essa è la scena conclusiva (il libro si spinge fino alla morte del Principe nel 1883 e oltre), con una durata di
circa un terzo del film. E’, evidentemente, una sottolineatura creativa del regista. Visconti assegna a questa scena il sapore della morte, di una società e di una classe. Non per niente Burt Lancaster indugia davanti il quadro La morte del giusto di Greuze. E’ la rappresentazione simbolica del passaggio tra una classe di "leoni e gattopardi", con una di "sciacalli e iene". Il generale Pallavicino  (personaggio vanesio e millantatore, interpretato da Ivo Garrani) e il furbo don Calogero Sedara (Paolo Stoppa), rappresentano questa società, la borghesia affaristica, che sta per sostituire quella idealizzata dalla stupenda sala che accoglie il ballo finale. Il meraviglioso salone, che ospitò le scene del ballo, appartiene a Palazzo Gangi, a Palermo.
Ma il cinismo e l’ambiguità del nuovo che arriva, è incarnata  dal nipote del Principe, Tancredi (ottimamente interpretato dal giovane Alain Delon), che tradisce tutte le aspettative del nonno e, soprattutto, i suoi valori e i suoi ideali morali ed estetici.

Con Il Gattopardo la produzione filmica di Luchino Visconti trova una cesura con le opere precedenti e una nuova rinascita interiore per quelle future.

 
 

HOME