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LA SICILIA ROMANA
Bullet7blu.gif (869 byte) Le motivazioni della conquista
Bullet7blu.gif (869 byte) Le cause della prima guerra punica
Bullet7blu.gif (869 byte) La prima guerra punica
Bullet7blu.gif (869 byte) La seconda guerra punica
Bullet7blu.gif (869 byte) La terza guerra punica
Bullet7blu.gif (869 byte) Una nuova piramide sociale
Bullet7blu.gif (869 byte) "Il granaio di Roma"
Bullet7blu.gif (869 byte) Le guerre servili
Bullet7blu.gif (869 byte) Le città di prima e seconda classe
Bullet7blu.gif (869 byte) Le città di terza e quarta classe
  Bullet7blu.gif (869 byte) La Sicilia e la cittadinanza romana
Bullet7blu.gif (869 byte) Cicerone e la Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte) I grandi scrittori romani e la Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte) L'architettura romana in Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte) La cultura letteraria e filosofica
Bullet7blu.gif (869 byte) Miteco, siculus coquus
Bullet7blu.gif (869 byte) Il lascito di Roma
Bullet7blu.gif (869 byte) Ville romane in Sicilia
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    LA SICILIA TRA ROMA E CARTAGINE 
   
Una volta conquistata,
   con la libertà sembra perdere la
   sua stessa ricchezza.
   Un passo indietro? Scopriamolo.
 

Per saperne di più  

   
   
 
    I grandi scrittori romani
    e la Sicilia
   
     
     

 
 

Villa romana del Tellaro a Noto. Dettaglio del "Mosaico del riscatto del corpo di Ettore" della villa romana

 

Gmelfi - 2 Aprile 2008

 

 
 
 

da Wikimedia Commons

 

Lo stesso Catone il Censore, a proposito della grande quantità del grano siciliano, descriveva la Sicilia come cella penuria Rei pubblicae nostrae, ed il geografo Strabone e lo storico Polibio la definirono tameion tes Romes , "il magazzino di Roma".

Diversi sono i collegamenti tra la Sicilia e il grande scrittore romano Virgilio. Ai suoi inizi letterari, egli dedicò un poemetto all'Etna e alle sue eruzioni. In questo testo Virgilio riprese un'antica leggenda siciliana: quella dei
Pii Fratres catanesi, Anfìnomo e Anàpia. Essi, durante un'eruzione, invece di scappare tornarono sui loro passi, mettendo in salvo i loro genitori ormai paralitici. Questa leggenda, divenuta romana nella versione del Pius Aeneas, successivamente gli fu di ispirazione per l'Eneide: Anchise salva il vecchio padre, anch’esso paralitico, dall’incendio di Troia.
Nell’
Eneid, libro III, Virgilio parla lungamente sul periplo della Sicilia, e, nel libro V, descrive la cerimonia funebre in onore di Anchise, a suo dire, morto a Trapani.
Continuando con i riferimenti all'isola, nelle
Bucoliche, e per la precisione nella IV, la più importante, egli inizia i suoi versi invocando le muse siciliane (l'allusione è al poeta siracusano Teocrito). In essa profetizzò la venuta di un «Puer», salvatore del mondo. Ovviamente durante il Medioevo questa profezia fu messa in rapporto con il Cristianesimo e gli valse nella Divina Commedia il compito di guida di Dante nel suo viaggio letterario (nonostante fosse un pagano).
Altri riferimenti li abbiamo nelle
Georgiche, dove appaiono divinità siciliane come Cerere e Proserpina.

 

Anche Orazio non tralasciò di parlare della Sicilia, Egli scrive che la grande cultura greca conquistò Roma: «la Grecia domata, a sua volta domò il rozzo vincitore, e fece conoscere la cultura al rustico Lazio». Tale cultura era ovviamente propria non solo alla Grecia, ma anche della Magna Grecia (come gli stessi romani chiamavano il sud della penisola e la Sicilia). Che questa cultura avesse punte d'eccellenza lo dimostra l'opinione di Orazio sul siciliano Epicarmo da Siracusa, che sarebbe stato il fondatore della Commedia, nel sesto secolo a.C. Non manca di elogiare il filosofo siciliano Empedocle da Agrigento, che si gettò nel cratere dell’Etna per studiare e conoscerne i misteriosi fenomeni vulcanici. Molti altri furono i riferimenti alla Sicilia, di cui egli era sincero ammiratore.

Altri poeti romani fecero riferimenti alla Sicilia, come Ovidio nelle
Metamorfosi o Silio Italico nelle Puniche. Apuleio chiamò i Siciliani «trilingui», conoscendo e parlando il greco, il latino e il punico.
Sembra anche che lo stesso Augusto abbia composto un poemetto intitolato
Sicilia, che però non è giunto a noi.

 
 
 

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