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Molti sono i resti archeologici in Sicilia
provenienti dalla cultura romana. Queste costruzioni erano così notevoli
che, già nel IV secolo d. C. , il poeta gallico Ausonio da Burdìgala (oggi
Bordeaux), componendo il suo
Ordo nobilium urbium
(una specie di catalogo delle venti città notevoli del suo periodo) mise
nell'elenco le siciliane Catania e Siracusa. • gli anfiteatri romani di Siracusa e di Catania (che come grandezza vengono dopo solo al Colosseo di Roma e l’Arena di Verona) e di Termini Imerese; • i teatri greco-romani di Taormina e di Catania; • l’acquedotto Cornelio di Termini Imerese; • il teatrino ed il grandioso serbatoio d’acqua (definita «Naumachia») di Taormina; • Il cosiddetto «Ginnasio» di Tindari; • le splendide ville romane di Elòro presso Noto, di Patti presso Messina e soprattutto di Piazza Armerina (Enna), con i suoi 3500 metri quadrati di bellissimi mosaici. |
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