Dopo la
presa della Sicilia, per organizzare il sistema dei tributi per Roma, le
città siciliane vennero divise in quattro classi. Le 68 città, ai tempi di
Cicerone, furono così divise: 3 nella prima, 5 nella seconda, 35 nella terza
e 25 nella quarta.
Della prima classe facevano parte solo Messina, Taormina e Noto. Esse
avevano stipulato un patto federativo con Roma e per questo patto erano
immuni da qualsiasi tipo di tributo, anche se si mantenevano gli obblighi
militari in caso di guerra. La federazione con Roma era stimata titolo
onorifico e di privilegio, anche se non venivano considerate città romane a
tutti gli effetti, come capitava per molte città italiote. Questa
diversificazione venne cancellata diversi secoli dopo. Le tre città,
tuttavia, potevano gestire il loro territorio liberamente senza oblighi di
nessun tipo (lo potevano, però, coltivare solo gli abitanti del luogo e non
i forestieri).
Nella seconda classe vi erano cinque città: Palermo, Segesta, Centuripe,
Alice e Alesa. Dette immuni e libere, pur non potendosi pregiare di un patto
federativo come quelle di prima classe, erano nel trattamento sullo stesso
livello. Il foedus
(il patto di alleanza
federativa con Roma) che avevano stipulato le prime tre era un privilegio, e
se le città della seconda classe potevano usufruire del trattamento delle
altre era solo per generosa concessione del Senato, e del Popolo Romano.
Anch'esse erano immuni da tributi, sempre con gli obblighi militari in caso
di guerra, anch'esse potevano considerarsi proprietarie, a tutti gli
effetti, del terreno circostante la loro città (lo potevano coltivare solo
con gli abitanti del luogo e non i forestieri). |