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Dalla storia siciliana in periodo romano, emerge un personaggio, che della sua opera diede prove tali da essere paragonato da Massimo di Tiro (retore fenicio del II secolo d.C.) a Fidia. Tuttavia non era uno scultore, ma un cuoco. Era il siciliano Miteco da Siracusa, buon filosofo e dotto grammatico, ma cuoco insuperabile. Ritenuto il Siculus coquus per eccellenza, fece divenire la cucina siciliana, già lodata dal poeta latino Orazio, un'arte, per cui un buon cuoco non poteva che essere siciliano. In effetti, il più antico trattato di gastronomia del mondo si deve al siciliano Archéstrato da Gela, che nel IV secolo a.C. scrisse il trattato Hedupàtheia (Il dolce gusto). Quella siciliana era una gastronomia talmente raffinata, che l’egiziano Ateneo da Nàucrati, nell'opera Deipnosophistai (I professori a banchetto), sostenne che sono «famose le delizie dei banchetti in Sicilia». | |||||||||||||||||||||
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