Gli studiosi non sono concordi sulla
possibile datazionedi questa leggenda su Monte Scuderi, che si trova in
provincia di Messina. I riferimenti storici potrebbero essere molti, e,
quindi, molte le datazioni. Il riferimento più antico lo collega ad antiche
divinità ctonie, o direttamente al dio Saturno che sarebbe sepolto nelle
viscere del Monte. Un altro riferimento potrebbe riguardare le valli di Alì
e Fiumedinisi, dove erano ubicate miniere metallifere scoperte e sfruttate
già in epoca preistorica. Il riferimento che porrebbe la leggenda nel
periodo di transizione da quello arabo-musulmano a quello
normanno-cristiano, riguarda il contenuto stesso della leggenda contaminato
dal passaggio culturale e religioso.
Come se fosse una ricetta del dottore, la leggenda descrive il modus
operandi per impossessarsi del tesoro di Monte Scuderi. Innanzi tutto le
operazioni vanno realizzate nel corso di una sola notte di luna piena. Il
coraggioso sarà dotato di un tovagliolo di lino ed accompagnato da un prete.
In questa notte egli dovrà pescare e portare sul monte i pesci ancora vivi
di Scaletta e Capo Alì. A questo punto dovrà trovare la grotta del tesoro,
sempre prima dell'alba. Trovatala vi entrerà: Ecco che sarà assalito da un
terribile serpente. Non dovrà avere paura, nè pregare i Santi.
Coraggiosamente non avrà ribrezzo quando il serpente inizierà a leccarlo.
All'improvviso, ecco apparire una donna bellissima. Questa, nonostante le
apparenze, deve essere fronteggiata dal prete accompagnatore, recitando
preghiere appropriate. L'incantesimo malefico improvviso sparirà e le
miniere del monte da piombo diventeranno d'oro. |