Dina e Clarenza
L'azione popolare contro le angherie degli angioini e le scomuniche e
interdizioni che fioccarono sull'isola da parte di papa Martino IV
(rappresentato dagli stessi angioini), non fa che ingigantire le difficoltà,
la volontà e lo sforzo nei racconti degli stessi rivoltosi. E' tutto il
popolo ad esserne interessato, comprese le donne. Si racconta, ad esempio, a
Messina di Dina e Clarenza, due donne che, accortesi di un attacco degli
Angioini nella notte dell’otto agosto 1282, svegliarono le sentinelle, che
si erano addormentate, salvando la città. La leggenda trova ancora oggi
posto nell'immaginario messinese, tant'è che Dina e Clarenza, raffigurate in
due statue di bronzo dorato all'interno dell'orologio meccanico del
campanile del Duomo, battono le ore ai messinesi tutti.
La dama bianca
Pur scomunicati dal papa, corse in aiuto di Messina persino la Madonna.
Si narra che durante l'assedio della città nel 1282 da parte degli Angioini,
sia apparsa una dama bianca (la Madonna), che col suo mantello benedetto
coperse l'intera città proteggendola dagli assalitori. Grati del suo aiuto
provvidenziale e sacro i messinesi costruirono il santuario di Montalto, o
di Santa Maria dell’Alto, sul colle della Caperrina. La collina è posta in
alto e domina la città. Dal suo terrazzo si gode un paesaggio splendido, che
copre dalla città ai suoi piedi all'intero stretto di Messina.
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