Si narra che una bellissima ragazza stava attingendo acqua ad una fontana
pubblica di Siracusa. Passò di lì lo stratigoto bizantino di Messina,
Eufemio («stratigoto» sta per governatore, come si chiamava in periodo
bizantino). Al semplice guardarla se ne innamorò. Naturalmente le chiese di
sposarlo. La ragazza, che si chiamava Lucia, gli rispose che aveva fatto un
voto con Dio: se fossero tornati suo padre e i suoi fratelli da un viaggio
in mare, non avendo da tempo notizia di loro, si sarebbe fatta monaca. Alle
insistenze di Eufemio, la ragazza rispose che: "se tra un anno, un mese e un
giorno non fossero ancora tornati, sarò tua sposa". Destino volle che i
marinai tornarono, e Lucia, come promesso a Dio, si fece monaca prendendo i
voti col nome di Orsola.
Poteva Eufemio accettare la nuova situazione? Naturalmente no, ed ideò uno
stratagemma. Introdottosi con alcuni fedelissimi nel Convento dove era
Lucia, tagliate le corde alle campane, vi appiccò il fuoco. Quando
l'incendio crebbe si presentò con il suo gruppo alla madre superiora
offrendole il suo aiuto. Non sospettando nulla, la superiora accettò
volentieri. Le suore, intanto, erano uscite tutte dalle celle. Nel trambusto
generale, coprendola con il suo mantello, lo stratigoto Eufemio rapì suor
Orsola piangente.
Quando la notizia si sparse, la protesta
scoppiò. E fu talmente forte e veimente, generale da parte di tutti i
siracusani, che arrivò addirittura a Costantinopoli alla corte
dell'imperatore bizantino. Riguardando un suo stratigoto, egli ordinò che
l'incestuoso Eufemio gli fosse portato davanti, non prima di avergli
tagliato il naso (punizione
tipica dei ribelli bizantini).
Naturalmente Eufemio non vi si consegnò e fuggì in nordafrica presso i
musulmani. Da quì fomentò la guerra tra gli arabi e i bizantini per la
conquista della Sicilia.
I due personaggi principali, si narra nella leggenda, ebbero una brutta
fine. Lucia si suicidò, vedendo che Eufemio aveva addirittura cambiato
religione, e quest'ultimo morì fatalmente in battaglia.
Come tutte le leggende, anche questa ha un fondo di verità storica.
Effettivamente lo stratigoto bizantino Eufemio da Messina si ribellò
all'imperatore nell'826 a. C. Questi, Michele II Balbo, inviò truppe
sull'isola che sconfissero i ribelli costringendoli alla fuga nell’Africa
settentrionale musulmana. Successivamente, convinti forse da Eufemio, gli
Arabi nell’827 con una spedizione militare conquistarono la Sicilia. |