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I BORBONE E IL REGNO DELLE DUE SICILIE.
Bullet7blu.gif (869 byte) L'origine della dinastia dei Borbone.
Bullet7blu.gif (869 byte) Le ramificazioni dei Borbone.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il dispotismo illuminato
di Carlo e Ferdinando.

Bullet7blu.gif (869 byte) Ferdinando IV e il periodo napoleonico.
Bullet7blu.gif (869 byte) La Sicilia e la Costituzione
di tipo inglese.

Bullet7blu.gif (869 byte) La dura logica del Congresso
di Vienna.

Bullet7blu.gif (869 byte) Nasce i
l Regno delle Due Sicilie.
Bullet7blu.gif (869 byte) "Viva Palermo e Santa Rosalia!".
Bullet7blu.gif (869 byte) Due Costituzioni e una guerra civile.
Bullet7blu.gif (869 byte)
Il Congresso di Lubiana azzera tutto.
Bullet7blu.gif (869 byte) Politica e colera fanno conto unico.
Bullet7blu.gif (869 byte) La Rivoluzione del '48 arriva da lontano.
Bullet7blu.gif (869 byte) Il '48 nasce proprio in Sicilia.

 

Bullet7blu.gif (869 byte) Corsi e ricorsi dei moti
del '48.

Bullet7blu.gif (869 byte) Termina la bella libertà
del '48.

Bullet7blu.gif (869 byte) Il buon governo e le insurrezioni.
Bullet7blu.gif (869 byte) I tempi ormai maturi e "Franceschiello".
Bullet7blu.gif (869 byte) L'avventura inizia a Quarto.
Bullet7blu.gif (869 byte) Garibaldi e il diversivo di Corleone.
Bullet7blu.gif (869 byte) L'intera Sicilia viene liberata.
Bullet7blu.gif (869 byte) A Teano ha fine l'impresa
dei Mille.

Bullet7blu.gif (869 byte) Nasce l'Italia unita.
Bullet7blu.gif (869 byte) I primati nel deserto.

Bullet7blu.gif (869 byte) Video sul Regno delle Due Sicilie.
Bullet7blu.gif (869 byte) Video
sulla Spedizione dei Mille. 
Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO


   
   
     
       LA SICILIA BORBONICA
 
    
   "...E la vostra vittoria ha mutato
     le sorti italiane. (Tanto i vostri
     fatti sono connessi con quelli
     della Penisola)..."

   
  (lettera ai siciliani di Giuseppe
     Mazzini, 1848)
 

 

   
     Politica e colera fanno
     conto unico.
   
     
     

 
 
 
Ferdinando II di Borbone, Re del Regno delle Due Sicilie.


 

 
 



da Wikimedia Commons

 

Il 7 novembre 1830 fu incoronato Re il figlio Ferdinando II. La sua azione politica (almeno fino al 1847) fu riformatrice. Per modernizzare lo Stato furono introdotte modifiche al settore amministrativo ed economico (ad esempio, la diminuzione della fiscalità). Numerosi esuli furono richiamati in patria, come il Carascosa o il il generale Guglielmo Pepe, che, tra l’altro, sedò le rivolte appena scoppiate in Sicilia. Furono applicate innovazioni all’amministrazione delle carceri, ispirate ai principi contemporanei della scuola positiva penale, che cercava il recupero dei malfattori incarcerati.
Ferdinando II instaurò dei buoni rapporti con le potenze europee, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti esteri all’interno del Regno. La sua visione prospettica mirava, però, verso l’acquisizione di metodi e tecnologie industriali, tali da far crescere lo Stato e affrancarlo dalle influenze politiche proprio di queste monarchie, raggiungendo una piena autonomia. Alla lunga questa politica estera, invece, creò dissenso negli Stati europei, portando il Regno ad essere politicamente isolato.

Una spaventosa epidemia di colera si diffuse in Europa nel 1836, giungendo anche a Napoli. La Sicilia, che inizialmente ne era rimasta immune, nel giugno del 1837 fu colpita anch’essa dal morbo. Inizialmente interessò solo Messina, a causa della sua attività commerciale, che la rendeva particolarmente esposta, ma successivamente il colera si sparse per tutta la regione. La situazione era talmente grave che a Palermo si contarono fino a 1800 morti in un solo giorno. Come è noto, a quel tempo la plebe, ma non solo, era convinta che le pestilenze erano il prodotto dei feroci “untori”. In Sicilia il malcontento verso il governo borbonico era tale, che la gente si convinse che era proprio il governo centrale a spargere il colera con suoi untori inviati e stipendiati in Sicilia. La reazione, per certi versi assurda, portò la popolazione ad insorgere, assaltando per primi gli Uffici Sanitari, colpevoli di spargere il contagio, e uccidendo diversi funzionari statali.. Quando un girovago francese, evidentemente cretino,  incredibilmente confessò di avere sparso il contagio per conto del governo, le fantasie dei siciliani divennero realtà, aumentando la rabbia e il caos. A Catania la folla prese il governo della città e fu cambiata la commissione sanitaria in una giunta di pubblica sicurezza. Questa all’inizio chiese la resa della guarnigione, al comando del colonnello Santarello, poi si trasformò in una vera e propria giunta di governo,  con tanto di giuramento di fedeltà all’indipendenza siciliana nel duomo di Catania.
Il governo borbonico di Napoli si affrettò ad inviare nell’isola forze militari (4000 uomini) e di polizia, guidate dal marchese Francesco Saverio del Carretto. Grazie anche all’aiuto dell’aristocrazia locale, con arresti e fucilazioni nelle piazze, fu riportato l’ordine nel territorio siciliano. La città di Siracusa perse il privilegio d’essere capoluogo di provincia, che fu spostato a Noto il 23 agosto 1837.
Alla fine dell’anno si contarono settantamila morti per il colera e novanta per le fucilazioni della repressione borbonica. Poiché la popolazione era convinta che il morbo era stato diffuso dal governo, fu fatto conto unico. Continuò a crescere l’avversione dei siciliani per la dinastia dei Borbone

 

 
 

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