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Dopo la prima discesa in Italia di Napoleone (1796), la seconda
(1798) portò il francese fino a Roma. Le truppe borboniche gli si
opposero, senza grandi fortune. Mentre Ferdinando riparava con la
famiglia e la corte a Palermo (il
22 dicembre
1798), Napoleone assediò Napoli, che gli resisteva disperatamente. I
difensori, detti lazzari,
lo impegnarono dal 13 al 23 gennaio 1799. Bombardati dagli stessi
giacobini napoletani che si erano impadroniti del forte di Castel
Sant'Elmo, i lazzari
cedettero. D’altra parte il risultato era talmente scontato che i
giacobini napoletani proclamarono la Repubblica il giorno prima
della fine delle ostilità. La Repubblica napoletana durò appena cinque mesi. I giacobini non riuscirono a coinvolgere le classi popolari, i piccoli ceti borghesi presenti in città e il retroterra dei paesi non occupati dai francesi. Le rivolte erano quotidiane e la gara alle atrocità tra i soldati napoleonici e i gruppi resistenti dei Sanfedisti tendeva al rialzo. Furono uccisi, dopo veri e propri processi politici, 1563 cittadini del Regno napoletano. La Repubblica emanò innovazioni, come la cessazione della feudalità e della servitù che gravavano sulle popolazioni contadine e vari aggiornamenti nell'ordinamento giudiziario, che, però, rimasero inattuate, dato l’esiguo tempo d’esistenza della Repubblica. Quando i francesi, il 7 maggio, lasciarono la città, questa fu alla mercé della reazione. Il 13 giugno 1799 i sanfedisti, agli ordini del cardinale laico Fabrizio Ruffo, rientrarono a Napoli, riportando i Borboni al governo del Regno di Napoli. Nei mesi successivi una giunta, voluta da Re Ferdinando IV, svolse oltre 8000 processi a repubblicani catturati. Ben 105 furono le condanne a morte. La guerra tra Napoleone e l’Inghilterra su tutto il territorio e i mari d’Europa, non permetteva una posizione di neutralità del Regno di Ferdinando IV. Successivamente alla vittoria di Austerlitz (il 2 dicembre 1805) Napoleone cercò di cancellare la monarchia borbonica con la nomina a Re di Napoli di suo fratello Giuseppe Bonaparte. A Ferdinando, toccò rifugiarsi di nuovo a Palermo nel regno di Sicilia. E mentre il francese governava a Napoli, al Re toccò difendersi dall’abbraccio dell’Inghilterra, che, facendo capo alla Sicilia per controllare l’area mediterranea, aveva l’intenzione di trasformare l’isola in un protettorato, come aveva già fatto per l’isola di Malta. Intanto Napoleone aveva occupato la Spagna, incoronando Re di essa sempre suo fratello Giuseppe. Al suo posto a Napoli arrivò Gioacchino Murat, che governò il Regno di Napoli fino al maggio 1815. Un grande passo in avanti fu registrato nel periodo napoleonico a Napoli, con l’abolizione del sistema feudale. Questa andava incontro alla formazione della proprietà borghese, in particolare verso la creazione nelle campagne di una piccola e media proprietà contadina. Se quest’ultimo obiettivo fu mancato, si registrarono miglioramenti in campo giurisdizionale ed amministrativo. |
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