Carlo di Borbone, figlio di
Filippo V
re di
Spagna
e di
Elisabetta Farnese,
sconfitti gli austriaci, entrò a Napoli il
10 maggio
1734.
Dopo aver vinto lo scontro finale a Bitonto, del 25
maggio
1734,
s’impossessò anche del Regno di Sicilia. Il
2 gennaio
1735,
s’incoronò Re di Napoli e Re di Sicilia (luglio 1735). L’8 giugno
dello stesso anno diede vita alla Real Camera di Santa
Chiara,
organismo con funzioni consultive e giurisdizionali. Nel
1738,
con la fine della
guerra di successione polacca
e la
pace di Vienna,
fu riconosciuto a
Carlo III di Borbone il diritto di possesso dell’Italia meridionale.
Tuttavia l’Austria, nell’agosto del 1844,
tentò di tornare a governare su quelle terre, inviando un
corpo di spedizione militare. Le truppe di Carlo, forti della
presenza di milizie spagnole, sconfissero, però, gli austriaci nella
battaglia di Velletri, respingendoli.
Il Regno dei Borbone, nascendo
nella prima metà del Settecento,
aveva come base la
cattiva politica fatta dal secolare
viceregno spagnolo
e nei pochi anni, ma altrettanto distruttivi, dei due viceregni
asburgici (Austria). Carlo III, mettendosi al lavoro, tentò di
svecchiare il regno, abolendo privilegi secolari. Nel 1741,
iniziando dai privilegi ecclesiastici, ridusse il diritto d’asilo e
altre immunità. Con un concordato i beni della Chiesa, per la prima
volta, furono sottoposti a tassazione. Non altrettanto successo ebbe
nel limitare i privilegi feudali, ostacolato delle classi nobiliari.
Dopo, comunque, la stipula di diversi accordi commerciali e
l’eliminazione della pirateria, portò il regno a rinascere
economicamente, dopo secoli di stagnazione. Questo sviluppo fu
proprio del periodo storico che tutta Europa stava vivendo. La cosa
fu dovuta al rinnovamento delle idee e dall’apparire di un "dispotismo
illuminato"
dove il rinnovamento veniva dall'alto. A dimostrazione di ciò, nel
1755, Carlo istituì, all’Università di Napoli, la prima cattedra di
economia politica in
Europa,
definita cattedra di commercio e di meccanica.
Essa fu affidata
all’economista illuminista Antonio
Genovesi che teneva le sue lezioni non in latino, ma in italiano.
Abbiamo visto che, nel 1759, Carlo II divenne Re di Spagna. Salì
al trono il figlio Ferdinando, il quale avendo solo 8 anni, diede
vita ad un periodo di reggenza. Il governo borbonico fu amministrato
da Domenico
Cattaneo, principe di San Nicandro, e il marchese
Bernardo Tanucci.
Fu soprattutto quest’ultimo a portare avanti le riforme iniziate
durante il periodo del regno di Carlo, sia durante la reggenza che
successivamente. Durante questi anni si mise in luce anche il
giurista Gaetano Filangieri, che pubblicò sul tema diversi trattati
dal carattere innovativo (alcuni lo considerano un precursore del
diritto
moderno). Divenuto adulto, Ferdinando fece un matrimonio importante
anche sotto il profilo politico. Nel 1768 si unì in matrimonio con
Maria Carolina,
figlia dell'imperatrice
Maria Teresa
e sorella della regina francese
Maria Antonietta.
Essendo autorizzata a partecipare al Consiglio di Stato del regno,
essa poté intervenire su molte problematiche amministrative.
Ferdinando, invece, si ritagliò degli spazi preferenziali, come le
opere pubbliche o le relazioni con la Chiesa. Ambedue si occuparono
dell’attuazione della colonia sperimentale di
San Leucio (Caserta).
Esso era il tentativo di costituzione di una comunità sociale legata
ad un innovativo sviluppo manifatturiero, con proprie
caratteristiche anche a livello legislativo (uomini e donne, ad
esempio, avevano uguali diritti). Nei primi anni Maria Carolina
da regnante “illuminata” appoggiò diverse innovazioni a livello di
libertà individuali. Dopo la Rivoluzione francese le cose mutarono
in senso opposto.
L’abolizione della monarchia, la condanna a morte del Re, della
Regina (sua sorella) e di molti aristocratici, e i lunghi anni del
terrore che seguirono, portando poi fino alla dittatura di Napoleone
Bonaparte e alle successive guerre)
non fecero altro che impaurire le monarchie europee, che
reagirono negando le precedenti libertà ed idee. Misure repressive
furono instaurate dai Borbone di Napoli, portando alla cesura del
rapporto tra monarchia e la classe intellettuale, fino a quel
momento soddisfacente.
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