Da Ferdinando IV a Ferdinando I Ferdinando di Borbone,
figlio terzogenito di Carlo III di Spagna, regnò, come abbiamo
visto, inizialmente con il
titolo di Ferdinando IV, re di Napoli e III di Sicilia.
Dal
1816 (l’8
dicembre),
con il Trattato di Casalanza e dopo il Congresso di Vienna,
modificate le costituzioni e riunificati i due regni, prese
il nome di Ferdinando I, Re delle Due Sicilie. La Sicilia perse,
perciò, la propria Costituzione, che era stata promulgata dallo
stesso Ferdinando nel 1812.
Il termine “delle Due Sicilie” ha
origini antiche. Già quando, incoronato
Carlo I d'Angiò da
Clemente IV,
rex Siciliae, vengono
coniati i termini, facendo riferimento al
Faro di Messina, di
Regno di Sicilia al di là del faro e Regno di
Sicilia al di qua del faro.
In seguito
Alfonso V d'Aragona,
unificando solo idealmente i due regni, si definì
Rex Utriusque Siciliae.
Nel 1302, con la Pace di
Caltabellotta,
si divisero i due territori. Gli accordi stipulati prevedevano,
infatti, che, alla morte del re
Federico d'Aragona, la Sicilia sarebbe dovuta tornare in mano
agli Angioini. Naturalmente la clausola fu disattesa dagli
aragonesi. Sotto il dominio spagnolo perdurò la suddivisione, tanto
che i due regni possedevano un governo del tutto autonomo, uno con
sede a
Napoli, l'altro con sede a
Palermo. La scelta di Ferdinando I di riunificare le due
parti aveva, perciò, un
riferimento antico, vecchio, almeno, di sei secoli.
Il Regno borbonico si estendeva sulle attuali
regioni
Abruzzo,
Molise,
Basilicata,
Campania,
Puglia, Calabria
e
Sicilia,
e su vaste aree del
Lazio meridionale. Si differenziava la
città di
Benevento,
che rimase un'enclave
pontificia.
Anche l’isola di Malta faceva parte dei domini borbonici, ma era
concessa in feudo al
Sovrano Militare dell’Ordine di Malta.
I due Regni, anche se unificati, si mantenevano come suddivisione
principale. Si distingueva, infatti, sempre facendo riferimento al
Faro di Messina,
tra la parte continentale, Reali Dominii al di qua del Faro,
e l’isola siciliana, Reali Dominii al di là del Faro. Il
territorio, a sua volta, era ripartito in 22 province, delle quali
15 dell'ex Regno di Napoli e 7 dell'ex Regno di Sicilia. Ogni
provincia era poi frammentata in distretti e quindi in comuni. Il
tutto amministrato da funzionari di nomina regia. Vennero unificati
a quelli napoletani anche i regolamenti giudiziari, finanziari e di
polizia.
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